martedì 31 maggio 2022

Diabolik (Anno LX) n. 12-2021: la recensione

Una storia un po' banale ma emozionante al punto giusto quella di Diabolik ospitata nel n. 12-2021 realizzata da Rosalia Finocchiaro e Andrea Pasini su soggetto di quest'ultimo e Mario Gomboli, mentre i disegni di Giuseppe Di Bernardo, per quanto dettagliati mi danno una vaga idea di tavole spente con uno stile che tracima sempre di più verso quello di Pierluigi Cerveglieri. Il titolo Come per magia ha evocato da subito riferimenti al mondo dei trucchi che in Diabolik sono all'ordine del giorno. Il re del terrore è un grande prestigiatore nella sua eterna lotta con Ginko e stavolta gli è andata di lusso.

Si comincia con un bel cenno storico: nel 1921 a Clerville il grande escapista Harry Weisz (chiaro riferimento a Harry Houdini) incanta il suo pubblico con numeri impossibili, ma è nulla rispetto all'amore per la sua Beatrice, a cui dona un anello con un rubino che rivela, al suo interno, uno smeraldo. Un anello con un trucco di magia. Si salta al 2011 e l'anello di Weisz finisce nella collezione di Alfredo Manors (che è la copia sputata di Alfredo Castelli, noto creatore di Martin Mystere), un prestigiatore dilettante. Consapevole di avere ancora poco da vivere decide di lasciare il prezioso ai suoi quattro nipoti.

Per impedire che finisca nelle mani di Diabolik, lo pone in una delle quattro scatole ai suoi eredi in modo che uno solo lo avrà. Diabolik piazza una serie di microfoni e telecamere nelle banche in cui questi ultimi decidono di custodire gli averi del ricco zio, ma quanto sembri assurdo ogni scatola è vuota. Alfredo Manors ha preso in giro i suoi nipoti? No, perché il suo notaio, Carlo Dorsen, aveva preso l'anello ingannando l'amico che da tempo odiava ed invidiava. Per Diabolik così è facile prendere ciò che cercava. Una storiella divertente che mi ha colpito per i riferimenti e le citazioni, per il resto certo che no.

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