lunedì 26 dicembre 2022

Diabolik (Anno LXI) n. 10-2022: tutto prevedibile

Il secondo capitolo della saga del sessantennale di Diabolik è come da aspettative, con il susseguirsi delle vicende del complotto che ha poi portato alla morte del re del terrore. La trama è molto semplice e se è tutta farina del sacco di Alfredo Castelli si spiega pure perché Mario Gomboli deve avere accettato tutto. Una articolazione di eventi così banale avrebbe portato al rifiuto della storia se proposta da un altro scrittore. Ma siccome Castelli è amico di Gomboli ed ha legami con il sistema (anche più di Gomboli) deve avere avuto campo libero.

E' ovvio che Diabolik non è morto alla fine dello scorso numero (qui trovate la recensione). Così come è ovvio che dietro il mandante del suo omicidio si celi Antonio Baumann. Questo non viene chiarito in questo secondo capitolo ma è di facile intuizione. Appena saputo che Diabolik ed Eva si trovavano in arresto a Capomar, deve avere mosso le sue conoscenze per farli ammazzare in carcere. Capomar è uno dei Paesi più corrotti nel mondo fittizio di Diabolik. Una volta eliminatili, sarà tranquillo e non vivrà più da prigioniero del suo esercito.

Tutto ciò non viene confermato in questa storia, ma credo che lo sarà nel terzo capitolo. Castelli è così prevedibile nelle sue trame, che non ci vuole molto per capire come evolverà la cosa. Il secondo capitolo si apre con le prime conferme. L'agente che avrebbe eliminato Diabolik, Francisco Maser, ripassa con il direttore del carcere la versione che dovrà dare al pubblico. Nel frattempo, anche Eva viene uccisa da una secondina del carcere. Strangolata e preparata per fare credere che si sia impiccata per il dolore della perdita del suo compagno. 

Ginko appena viene a sapere quello che è successo resta scioccato. Possibile che il suo nemico, che tante volte lo ha giocato, si sia fatto mettere nel sacco così facilmente? Si sente vuoto, come se la perdita di Diabolik avesse implicato la perdita di una parte importante della sua vita. Nemmeno Altea riesce a confortarlo. E così vola a Capomar per vederci chiaro. Intuisce subito che le cose non sono andate come sono state narrate. Il direttore del carcere si mostra poco incline a collaborare. Inoltre, i corpi di Diabolik ed Eva sono stati cremati.

E' chiaro che chi ha orchestrato tutto ha voluto far sparire le prove. Una autopsia più approfondita avrebbe rivelato che Diabolik ed Eva sono stati uccisi di proposito. Il quadro si fa sempre più evidente a Ginko. L'avvocato Lomar gli conferma di essere stato ingaggiato da un cliente importante di cui non può fare il nome. Secondo lui Diabolik ed Eva agivavano come se il loro arresto fosse stato una messinscena, salvo quando sono stati portati in carcere. Lì il loro piano deve avere fallito, sfuggendogli di mano. Ma perché fingere di essere arrestati?

Ginko non riesce a capire. Del resto, Diabolik aveva una lista lunga di nemici che avrebbero fatto di tutto per farlo uccidere in prigione. Ginko rievoca un vecchio ricordo in cui mentre inseguiva Diabolik in auto, stava per precipitare in un burrone ma Diabolik ritornò indietro per salvarlo. Decide di fare una visita a Maser che gli confessa dopo un po' di resistenza che è stato il direttore del carcere a far uccidere Diabolik ed Eva mentre erano reclusi. Poco dopo anche Maser viene ucciso mentre Ginko viene espulso dal Paese con un pretesto. 

Anche in questo secondo capitolo le ingenuità tipiche delle storie di Castelli sono emerse tutte. Il complotto viene sbattuto in faccia al lettore senza riguardo. L'inizio della storia con il direttore del carcere e Maser che confessano tutto è irritante. Il fatto che uno ad uno tutti i protagonisti vengano eliminati sembra tratto dal caso di Kennedy, in cui in pochi giorni furono eliminati quelli che potevano far scoprire la verità. Che sia stato Baumann a orchestrare tutto è confermato dalla anticipazione del numero successivo, quando tornerà Diabolik.

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