Passa ai contenuti principali

Diabolik n. 1 fu un fallimento: parola di A. Giussani

Il n. 1 di Diabolik uscito il 1 novembre 1962 non andò bene, anzi andò male e ben al di sotto delle aspettative di Angela Giussani, come ebbe a dichiarare in occasione di una intervista concessa alla fiera di Lucca del 1972 per festeggiare il decennale del re del terrore di Clerville. Al tempo la tiratura media di un fumetto girava sulle 20.000 copie circa e per andar bene bisognava piazzare almeno il 60-70% della tiratura. 

Diabolik n. 1, partito con una tiratura di 20.000 copie, vendette solo 8.000 copie, in gran parte nella zona della Lombardia. La conferma di un esordio infelice di quello che sarebbe divenuto una leggenda del fumetto italiano, è arrivata anche da Gianni Bono, che ne ha discusso sul suo sito. Bono disse che poco dopo un suo amico aveva acquistato le copie rese di quel n. 1 e gli permise di prenderne quante ne voleva.

L'amico di cui ha parlato Bono nel suo pezzo era il figlio dell'editore Giovanni De Leo, che aveva gli uffici proprio davanti casa sua. Bono, per educazione, prese soltanto una copia e rimase parecchio deluso in quanto credeva che quei disegni, eseguiti da Zarcone, fossero stati fatti da Brenno Fiumali (che, di quel primo albo, aveva realizzato solo la cover). Le cose migliorarono moltissimo qualche tempo dopo. 

Intorno al terzo-quarto anno di pubblicazioni la tiratura di Diabolik crebbe fino a 80.000 copie ed oramai aveva una diffusione su tutto il territorio nazionale. Nel 1972, in occasione della succitata intervista lucchese, la tiratura del re del terrore era di circa 300.000 copie, un succeso gigantesco. Non ho reperito i dati sulle vendite effettive, ma per stampare tante copie, significa che vendeva almeno il 70-80%.

Post popolari in questo blog

Max Bunker: è finita! Alan Ford chiude con il n. 660

Da ieri è stata diffusa la notizia che Alan Ford chiuderà tra un annetto con il n. 660 (oggi siamo arrivati al n. 651). La notizia è arrivata dalla bocca dello stesso autore Max Bunker in questa intervista  rilasciata al tg regione Lombardia. Chissà se l'avrà sollecitata lui o meno, ma sta di fatto che in appena un minuto e trenta secondi, con poche parole Max Bunker chiude un'epoca iniziata nel 1969 con il primo numero di Alan Ford. Da allora, le storie le ha scritte sempre lui, Luciano Secchi alias Bunker, sebbene i disegni sono stati realizzati da diversi artisti.  Perché chiude Alan Ford? Beh, sia per le vendite in calo (negli ultimi mesi, solo Diabolik per bocca dello stesso Gomboli, ha aumentato le vendite con nuovi lettori tra i giovani che arrivano ogni anno come ho spiegato qui ) sia per i costi di produzione che ormai non possono più essere sostenuti da un piccolo editore quale è oggi Max Bunker, che ha cominciato con la Editoriale Corno di suo cognato, passando per u