domenica 7 agosto 2022

Nel mondo ideale di Superman il figlio non è gay

Come ormai tutti sanno, Pariah non ha ucciso i membri della League nel n. 75 della loro serie regolare, ma li ha trasferiti in mondi onirici in cui ogni desiderio si poteva avverare. Poteva ammazzarli davvero? Forse si, forse no, ma questo non è avvenuto o alla Grande Oscurità che guida le azioni di Pariah i supereroi terrestri facevano comodo. Il punto è che in una di queste dimensioni è finito Superman e lì Kal-El ha potuto vedere realizzati i suoi sogni tra cui veder crescere il figlio.

Nel mondo reale, infatti, Jon Kent è tornato dallo spazio invecchiato di cinque anni mentre fino a pochi mesi prima agli occhi dei genitori era un bambino di 12 anni. Adesso ne ha 17 ed è diventato gay. Uno sviluppo imposto per soddisfare gli stereotipi della politica woke in virtù della quale si tende ad infilare neri e persone lgbt ovunque sia possibile con tutto quello che ne deriva come crollo della qualità del prodotto. Le cancellazioni in massa di serie tv DC lo confermano. 

Come ho scritto in questo pezzo, Joshua Williamson, autore di Dark Crisis, ha sempre dimostrato di essere insofferente alle imposizioni woke nelle sue serie (per questo lo hanno buttato fuori da Batman?) e in Dark Crisis: Worlds Without a Justice League, Superman n. 1 di Tom King e Chris Burnham si possono cogliere ulteriori elementi che avvalorano questa ricostruzione. Nel mondo onirico in cui Pariah ha posto Superman, questi ha potuto veder crescere il figlio Jonathan.

Il ragazzino è venuto su senza riferimenti a coming out o altra roba lgbt, gender, ecc. e questo fa pensare che, in fondo, è quello che Kal-El ha sempre voluto e in questa dimensione si è realizzato. O meglio, ciò che Williamson e King volevano (infatti, anche Tom King è stato buttato fuori dalla serie di Batman). Da notare che la trama dell'one-shot riferito è uguale a quella di Superman Annual (vol. 1) n. 11 del settembre 1985 dei grandissimi Alan Moore e Dave Gibbons. 

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