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Superman distrutto da inclusione e genderismo

Che senso ha rendere gay un personaggio dei fumetti se non attuare una stupidissima provocazione? Attaccare il modello di vita cristiano, la famiglia basata sul matrimonio e i valori che rendono una società forte? In un celebre discorso di qualche settimana fa, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha evidenziato uno dei punti deboli della società occidentale che così va verso una direzione priva di valori che può portare al satanismo con danni enormi per i giovani.

La parabola del Superman gay è l'emblema di ciò. Oggi sappiamo che la testata Son of Kal-El scritta dall'attività radical chic Tom Taylor ha chiuso per basse vendite. Protagonista non era Kal-El bensì suo figlio Jon, che forse non è nemmeno il vero figlio di Superman dato che Jon era partito per un viaggio nello spazio con suo nonno Jor-El ed aveva 12 anni. Dopo qualche mese torna invecchiato di 7 anni tra lo stupore dei suoi genitori. E' il vero Jon Kent? Io credo di no. Forse è un clone.

Nel n. 5 Tom Taylor gli fa dichiarare di essere gay, gli trovano pure il fidanzatino, tale Jay Nakamura, uno di origini nipponiche in un triste abbinamento di diversità anzi perversione sessuale e inclusione. Nel n. 15 gli fanno fare qualcosa di ancora più provocatorio: Jon bacia il suo fidanzato davanti alle telecamere e quelli della DC contenti dato che così hanno fatto arrabbiare i cattolici. Dei poveretti, poiché a me hanno fatto solo pena. Con tale mossa si sono autodistrutti.

Son of Kal-El, che già andava male nelle vendite, subisce un crollo e dopo un paio di mesi arriva la notizia della sua chiusura. Fine indegna di un progetto che voleva solo provocare, far arrabbiare, ma ha solo dimostrato la povertà valoriale di chi lo ha follemente portato avanti. I dirigenti della DC non si sono arresi e hanno detto che rilanceranno tutto con una miniserie. Pochi anni fa, l'Uomo d'Acciaio aveva quattro serie regolari. Ora ne ha una sola, Action Comics che resiste.