domenica 23 ottobre 2022

Manfredi: estremismo politico di sinistra e fumetti

La comunicazione con i lettori è il punto debole dell'attuale sistema editoriale dei fumetti in Italia e nel resto del mondo. La rete e i social dovrebbero essere usati per promozionare, diffondere i fumetti, ma ne viene fatto un uso distorto come valvola di sfogo dell'arroganza di autori, fumettisti vari e degli editori che attaccano i lettori con delle male parole, spesso insultandoli come è capitato nel mio caso. 

Oltre che manifestare arroganza, questa gente vuole per forza avere ragione anche quando tutto indica che hanno torto e non accettano le critiche. Vogliono solo lodi e anche quando fintamente assicurano che si confronteranno con i lettori sul piano critico, basta metterli in difficoltà e gettano la maschera, iniziano ad attaccare o ad assumere un atteggiamento di chiusura. M'è capitato con Gianfranco Manfredi.

Presentiamo ora Gianfranco Manfredi, oggi autore bonelliano ma in anni meno recenti cantautore e attivista politico di estrema sinistra e vicino ad Autonomia Operaia, una delle tante etichette della sinistra extraparlamentare che abbracciava marxismo e rivoluzione violenta e spesso al centro di atti di violenza nelle piazze e appoggi diretti e indiretti alle pericolosissime organizzazioni terroristiche come le BR.

Lo stesso G. Manfredi in una canzone del 1977 dal titolo Liberiamo inneggiava alla liberazione dei prigionieri politici, espressione con cui erano indicati i terroristi rossi condannati spesso all'ergastolo per le stragi e gli omicidi eccellenti. Come abbia fatto Manfredi ad entrare in Bonelli con un passato così pesante di attivismo politico estremista non ne ho idea. Con la pagina Fumetti-70 intervengo sul suo profilo.

Qui parla molto di politica e poco di fumetti, rilanciando di continuo le sue idee antisistema, oggi un po' annacquate perché i suoi referenti politici di sinistra si sono tutti scoperti al servizio della finanza, delle banche e degli americani, cioè quei nemici contro cui lottava lo stesso Manfredi in quegli anni. Gli faccio notare che è sempre il solito, stessi slogan, stesse parole contro una destra che non è la vera destra.

La destra non è Giorgia Meloni, che abbracciando l'atlantismo si è prostrata ai suoi padroni americani e alle lobby finanziarie. La destra vera è oggi formata da tanti piccoli partiti, tra cui FN, che lottano per il popolo ed un mondo libero. La risposta di Manfredi è stata questo post, di cui ho fatto lo screen e che sintetizza, secondo me, una certa difficoltà del fumettista di prendere atto di ciò che avevo scritto: 

Uno che si firma Fumetti 70 è un FAKE connaturato. Qui si parla tra persone vere, non tra mascherati del cazzo, la cui identità ideologica e personale è pari a quella di un cumulo di rifiuti raccattati a cazzo. Il modo tipico con cui negli anni '70 Manfredi e altri come lui avrebbero risposto se fosse esistita la rete o i social. Non mi aspettavo certo dal personaggio che è Manfredi l'accettazione delle mie idee di destra.

Ma forse un linguaggio più pacato e senza parole volgari, si. Ma io ci passo sopra e cerco di dialogare ricordando che le regole di Facebook permettono alle pagine come la mia di interagire con i profili come il suo e che le pagine possono assumere nome diversi. La mia pagina è collegata al sito Fumetti-70 e quindi si chiama Fumetti-70. Il giorno dopo lui scrive un altro post credo riferito a me (ho fatto lo screen):

Se uno il nome di fantasia se lo attribuisce da solo, per me non è un interlocutore vero ma solo un prodotto della fantasia e a un prodotto della fantasia posso dare tranquillamente dello stronzo senza timore di offendere qualcuno, perché questo qualcuno non esiste. Il solito Manfredi, che però stavolta toppa di brutto, dimenticando che colui che lo portò in Bonelli, ovvero Sergio, si diede un nome di fantasia.

Forse Manfredi non sa chi era Guido Nolitta, ovvero Sergio Bonelli? Il vero motivo, secondo me, di quel post era un altro: era una scusa per non rispondermi, credo per mancanza di argomenti. Che poteva dire, in fondo? Il giorno prima aveva scritto un altro post in cui ha definito il neo eletto presidente della Camera, Lorenzo Fontana, chiamandolo troglodita. Mi domando: questa è anche la posizione della Bonelli?

Al di là delle idee politiche di Manfredi, anche come autore di fumetti non è stato molto fortunato. La sua serie di Magico Vento chiuse nel 2010 per basse vendite. Nel 2015 la Panini cercò di ristamparla con i colori e fu un altro flop. Nel 2016 lanciò la nuova serie Adam Wild e anche questa chiuse per basse vendite con il n. 26. Non si arrese e nel 2018 ci riprovò con la maxiserie Cani Scolti, interrotta con il n. 14. 

Cani Sciolti era una maxiserie politica che voleva diffondere una idea, sbagliata secondo me, di persone che negli di piombo volevano fare la rivoluzione per moto spontaneo, ma che in realtà "sciolti" non erano ma infiltrati e guidati dalle intelligence straniere in quella che è stata nota come strategia della tensione. Gianfranco Manfredi ha perfino appoggiato il movimento di opinione a favore del terrorista Battisti.

Nessun commento:

Posta un commento