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Recchioni: le scelte del rilancio sono solo di Sclavi

Dopo che è giunta la conferma ufficiale che la Sergio Bonelli Editore ha chiuso l'operazione di rilancio di Dylan Dog, molti fan hanno tirato un respiro di sollievo. Ho trattato l'argomento in tutti i suoi profili più importanti, compreso il flop collegato della saga del Pianeta dei Morti di Bilotta, osannato ma che nelle vendite è andato malissimo (come le altre creazioni dello stesso Bilotta). Recchioni non l'ha presa bene.

Per lui è la debacle più grande della sua carriera di fumettista, poiché sbagliare su quella che era la seconda serie più venduta in Italia può significare la fine di ogni altra ambizione nel settore. Ieri è uscito un pezzo di Comix Archive sulla vicenda molto duro nei toni, forse un po' esagerati, ma che rispecchiano la realtà di un vero e proprio disastro. Si sostiene che Roberto Recchioni non ha distrutto Dylan Dog.

Dylan Dog era già distrutto quando lui è arrivato ed il rilancio lo ha solo seppellito. Recchioni si è difeso dicendo che le varie scelte che tanto hanno scontentato il pubblico dei fan sono state tutte avallate da Tiziano Sclavi. Lo ha pure ripetuto ieri in un commento sul forum di Comicus (ho già fatto lo screen per evitare che venga cancellato). Le vendite sarebbero scese sotto quota 50.000 secondo gli addetti.

Non credo. Nell'unica volta a cui gli è stato posto il quesito, Sclavi ha risposto che per quanto riguarda Dylan Dog, decide tutto Recchioni. Scaricare tutto il fallimento sul creatore di Dylan Dog può tornare comodo per evitare di essere ricordato come chi ha distrutto o finito di distruggere Dylan. Anche la Bonelli, quando ha annunciato la fine del rilancio, ha fatto lo stesso. Lo ha deciso Sclavi, mica noi, eh!

Povero Sclavi: non bastavano i problemi che ha. Ora è pure colpa sua se il rilancio di Dylan Dog è fallito e se l'operazione è stata stoppata non è neppure una decisione della Bonelli, ma sua. O almeno è quello che ci vorrebbero far credere. Io non ci credo assolutamente, poiché mi pare che né Recchioni né la Bonelli vogliono intestarsi il fallimento di Dylan Dog. La gente deve credere che la responsabilità è di Sclavi.