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Dylan Dog e la narrazione farlocca del nuovo Inizio

Spesso mi sono intrattenuto sulla fine triste del rilancio di Dylan Dog da parte di Recchioni, il quale però è ancora al suo posto, nonostante sia il responsabile del fallimento del personaggio creato da Sclavi nel 1986. Qualche mese fa, all'improvviso, alla Bonelli annunciano che il rilancio di Dylan Dog sarebbe finito e con lui anche tutti i personaggi introdotti dal 2013 ad oggi, compreso il ciclo del Pianeta dei Morti di Alessandro Bilotta (osannato in rete ma una delusione come autore da edicola). Dylan sarebbe tornato ciò che era prima di Recchioni. 

Sul perché Recchioni non sia stato mandato via, nonostante il flop, ne ho parlato e senza tornare su un tema affrontato da molti punti di vista, mi limito a dire che è solo per ragioni contrattuali, uno di quegli argomenti difficili che ogni azienda preferisce tacere con il pubblico. I contratti però non hanno durata infinita e a un certo punto Recchioni andrà via, con notizia che sarà comunicata in due righe di editoriale. I siti di regime amici dell'editore non enfatizzeranno e soprattutto non processeranno Recchioni per un fallimento così eclatante. E' sicuro.

E non solo del personaggio sclaviano, eh non dimentichiamo Orfani, 4 Hoods e Monolith. E prima del 2013 il flop di John Doe alla Eura. Come in tutti i regimi, il sistema tende a far prevalere una narrazione alternativa della realtà, nella quale Recchioni non ha mai fallito, è un grande autore e se qualcosa non ha funzionato la colpa è del pubblico ignorante che non ha saputo apprezzare o, come lui ha ammesso in pubblico, degli hater della rete. La decisione di chiudere la fase del rilancio è stata presa nel 2021 con la nuova fase del Maxi Dylan Dog.

Pochi ci fecero caso. Bonelli annunciò che il Maxi avrebbe ospitato storie di Dylan costruite come se il rilancio di Recchioni non ci fosse mai stato. Ed inoltre, cosa ancora più importante, come curatore del nuovo Maxi non ci sarebbe stato più Recchioni bensì Franco Busatta. Due curatori per Dylan Dog? Come si spiega? Recchioni tirò fuori la storia del curatore del curatore, con lui curatore che avrebbe curato anche il Maxi affidato ad una sorta di curatore in seconda! Il pubblico è ignorante e si beve di tutto, specie se costituito da fanboy.

La narrativa fantasiosa della Bonelli ha definito la nuova fase, iniziata con il n. 437, Inizio del nuovo inizio lanciando un nuovo e misterioso autore, tale Claudio Lanzoni. E chi è mai costui? In Bonelli sono così disperati da affidare Dylan ad uno sconosciuto con esperienza zero in campo fumettistico? Cercare una logica nelle scelte della Bonelli è sempre stato difficile e spesso una attività inutile e quindi ci rinuncio a priori. In Bonelli le storie vengono concepite 1-2 anni prima, quindi lo stop a Recchioni, come spiegato più sopra, è arrivato nel 2021.

Per giustificarsi agli occhi dei confusi fan hanno tirato in ballo Sclavi, sostenendo che è stato lui (e non loro) a dire basta al rilancio. Per chi ci vuole credere. Io no. Basta analizzare tutti i passaggi precedenti per arrivare alla conclusione che si tratta di una sciocchezza. Sclavi ha sempre detto che a decidere in Dylan è stato sempre Recchioni, ma Recchioni ha invece sempre detto il contrario. Uno scaricabarile con senso: se le cose vanno male, la colpa è di chi prende le decisioni. Diamo tutta la colpa a Sclavi, i fan, in fondo, a lui sono affezionati. 

In tal modo, anche la Bonelli si è salvata dalle polemiche, fungendo da editore che fa tutto ciò che richiede Sclavi. Ve lo immagine Sclavi che impone le scelte alla Bonelli? Nemmeno con uno sforzo di fantasia di grandi proporzioni sarebbe possibile. E Lanzoni che c'entra? Anche per giustificare la sua esistenza hanno messo in mezzo Sclavi. Non ci credete? In questa intervista viene detto dallo stesso Lanzoni che la scelta di un ritorno di Dylan Dog alle radici è venuta da colloqui con Sclavi. Fermi tutti: Lanzoni parla con Sclavi senza Recchioni?

Torna subito in mente la famosa riunione segreta a casa di Sclavi con Recchioni e la Barbato nel 2013 a cui il curatore di allora, Gualdoni, non venne invitato. Lanzoni dice che le sue idee del ritorno di Dylan Dog alle origini sono piaciute così tanto a Sclavi, il quale ne ha subito parlato con Recchioni e da lì è cominciato il tutto. Immaginiamoci la scena: Sclavi chiama Recchioni e gli dice, senti ho deciso che Dylan Dog deve tornare alle origini e tutto quello che hai messo dentro in questi anni deve essere cancellato. Come vi sareste sentiti voi?

Avete lavorato 8 anni ad un personaggio e di punto in bianco il vostro capo vi dice che avete sbagliato tutto, niente ha funzionato e bisogna chiudere tutto? Recchoni ha spesso dimostrato in pubblico di non reagire bene alle critiche, figuriamoci la sua reazione ad una chiamata di Sclavi se è avvenuta davvero. E' più facile pensare che tutto ciò sia partito dalla Bonelli che travolta dalla grande crisi che ha devastato (e devasta tuttora) il mondo editoriale ha realizzato che continuare a tenere su il baraccone del rilancio non era più sostenibile per le casse.

Quindi, via il rilancio, costruiamo una versione che la scelta sia partita da Sclavi che in un colloquio con uno sconosciuto sia stato folgorato dalle sue forti idee con Recchioni, che dentro una realtà aziendale più grande di lui, non ha potuto fare altro che "stacce" (come dice lui). In cambio gli avranno offerto di rimanere in sella. "Guiderai l'inizio del nuovo inizio e lui avrà accettato perché, in Italia oltre alla Bonelli, non esistono alternative. I suoi pregressi rapporti con Panini ed Astorina (Diabolik) non si sono chiusi bene. E all'estero chi lo conosce?

Il mondo bonelliano è formato da veri sottomondi, ognuno dei quali con i suoi chiari protagonisti, ma Recchioni, di fatto, nei sottomondi zagoriani, texiani e neveriani non è mai riuscito ad entrare (forse ci ha provato, ma non ci è riuscito). Mi chiedo: i soggetti di Lanzoni sono proprio suoi o c'è lo zampino di Recchioni? In fondo, basta quello che il pubblico crede e il messaggio che la Bonelli ha voluto imporre è che la fase di Recchioni come relauncher sia finita. E se non fosse così? Se invece anche l'Inizio del nuovo Inizio sia nato da Recchioni?

E' possibile ma un progetto del genere avrebbe richiesto che la figura del salvatore della patria a cui intestare le nuove ideazioni doveva essere uno sconosciuto (poiché uno scrittore già noto non avrebbe mai accettato). Il pubblico, stando a quello che si legge in rete, non ha gradito questo inizio del nuovo inizio, trovandolo non molto diverso dal tono stantio delle storie precedenti. Sia quello che sia, non seguo Dylan perché le serie a sfondo horror-satanista non mi aggradano, se piegate alla propaganda negativa del pensiero unico ancora meno.