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Bonelli ricicla la serie flop Cani Sciolti in libreria

Uno dei flop più rovinosi della Bonelli degli ultimi anni è la serie Cani Sciolti di Gianfranco Manfredi, chiusa con il n. 14 nel dicembre 2019. I siti di regime ne parlarono poco perché non potendo assumere una posizione critica nei confronti delle case editrici, quando una testata fallisce o non ne parlano o ne parlano di striscio con toni fintamente trionfalistici (come per i flop di A. Bilotta, da Mercurio Loi a Il Pianeta dei Morti). Nel mondo della propaganda bonellide non esistono i flop.

Ma siccome il mio sito non è affiliato ad alcun sistema, se non la mia libera opinione, ne parlo senza problemi. Cani Sciolti arrivò in edicola nel novembre 2018 con la premessa che segue: sono stati impostati 16 numeri. Se le cose andranno avanti, si proseguirà, altrimenti ci si fermerà lì. La serie, come altre di Manfredi, era farcita di politica di sinistra e voleva rappresentare quel mondo rissoso, violento e ribelle dei giovani che negli anni '70, aizzati dai cattivi maestri del PCI.

E' probabile che questo titolo di Cani sciolti intendesse alludere a che questi giovani violenti in realtà non erano inquadrati in alcun sistema con finalità sovversive diretto da centri di potere occulto (come poi in realtà avveniva in quel periodo ed oggi sappiamo che dietro c'erano alcuni apparti dei servizi segreti che eseguivano direttive dei servizi stranieri). Non si sa se Manfredi credesse che quei tipi fossero sciolti e non è nemmeno tanto importante vista la sua militanza politica.

Manfredi negli anni '70 faceva il cantante politicamente impegnato e schierato per l'estrema sinistra. In pratica, ogni canzone era una sorta di iniziativa politica. Nella canzone Liberiamo del 1977 chiedeva la liberazione degli appartenenti alle BR ed in anni recenti ha sostenuto pubblicamente il noto terrorista rosso Cesare Battisti. Come si possa lavorare per la Bonelli con queste idee è davvero difficile da credere (o si deve credere che in Bonelli abbiano le stesse idee estreme?).

Il suo amicone Ricky Gianco, che pure cantava sulla stessa lunghezza d'onda, spesse volte la toccava con ironia, con la celebre Compagni un cazz. Manfredi era vicino alle idee di Autonomia Operaia. Con tale fumetto Cani Sciolti torna a quel mondo giovanile ed i temi sono gli stessi. Un'opera quindi di forte nicchia non potendo interessare ad un giovane di oggi la cui massima velleità culturale è fare video scemi su Tik Tok o il social media manager per qualche gruppo disperato. 

Vabbé, avranno pensato in Bonelli, ma qualche nostalgico di estrema sinistra degli anni '70 esisterà pure, giusto? Magari ci arrivano a fare migliaia di copie. In realtà, Cani Sciolti è andato parecchio male. Non si hanno dati precisi ma se è stato interrotto a due numeri dalla prima parte di materiale già preparato significa solo che la situazione si era subito messa così disperata da non potere prendere scelte diverse e se fossero usciti gli altri due numeri ci sarebbero state gravi perdite.

Cani Sciolti uscì in un formato che ai lettori della Bonelli non gusta: il famigerato 15x23 (quello che ha posto fine alle velleità di altra serie bonelliana, Morgan Lost). E uscì sotto l'etichetta Audace. Una grave contraddizione in termini: L'Audace era il nome della Bonelli Editore nel periodo fascista e ci fate uscire un fumetto di estrema sinistra? Od è stato ritenuto che il pubblico dei lettori di oggi è così ignorante che non ci avrebbero fatto caso? Anche questo è molto plausibile. 

La Bonelli ha poi riproposto le storie di Cani Sciolti raccogliendole in volumi con un ragionamento in parte azzeccato. In libreria magari qualche vecchio nostalgico degli anni '70 si troverà pure e così sono usciti quattro volumi. Il n. 5, in uscita il 19 maggio, conterrà anche le due storie inedite mai pubblicate sulla serie mensile (chiusa con il n. 14). Per la cronaca, anche gli altri titoli della linea Audace sono andati male nelle vendite. E' la Bonelli che è stata molto poco Audace?