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Daitarn III: il segreto rivelato dopo quattro decenni

Daitarn III è un anime di genere mecha ideato da Yoshiyuki Tomino e Hajime Yatate (cioè gli stessi di Gundam) e prodotta dal loro studio di anamazione, la Sunrise, per 40 episodi andati dal 3 giugno 1978 al 31 marzo 1979 in Giappone su Tv Nagoya. In Italia è arrivato sulle reti private, a cominciare da Rete A, nel 1980, in un periodo di massimo successo dei cartoni nipponici basati sui robot giganti. A oggi Daitarn III è senza dubbio tra i più famosi, ritenuto nettamente superiore alle produzioni di Go Nagai, che conservavano ancora troppe ingenuità. 

Tomino, con i suoi real robot, aprì una strada che l'autore di Mazinger, ha poi coltivato con successo. La trama vede il giovane Banjo Hara, figlio di uno scienziato, Sozo Haran, che stabilitosi su Marte ha creato i meganoidi, dei cyborg che in seguito sono sfuggiti al suo controllo e sotto il comando di uno di essi, Don Zaucker, intendono conquistare la Terra e convertire gli umani in meganoidi. Banjo scappa da Marte con il prototipo di questi cyborg, un robot gigante alto ben 120 metri, chiamato Daitarn III e per fermarli ad ogni costo con i suoi amici.

Il tono degli episodi è scanzonato e alternato a momenti drammatici con Banjo guerriero supremo, a volte arrogante, ma dotato di grande coraggio assistito dai suoi amici, il maggiordomo Garrison e due belle agenti, Beauty e Reika. La serie si conclude con Banjo che sconfigge Don Zaucker all'esito di un feroce combattimento. Sul campo resta la assistente di Zaucker, la bella Koros, che si scoprirà non essere una meganoide, bensì l'assistente del padre di Banjo. I robot affrontati in ogni puntata e sempre sconfitti sono i potentissimi megaborg.

I comandanti meganoidi avevano il potere, dopo essere stati irradiati da una macchina, di trasformarsi in questi robot colossali ed alcuni alti perfino 200 metri, ma Daitarn III, a sua volta un megaborg ma che aveva bisogno di un pilota, riusciva sempre a battere con il micidiale attacco solare (un colpo di energia termina che non lasciava scampo). Come altre produzioni Sunrise, anche Daitarn III esordì prima come anime e poi come manga, benché il suo grande successo sia legato al primo piuttosto che al secondo (il volume) tuttora inedito in Italia. 

I disegni sono stati realizzati da Yu Okazaki, che si era occupato della produzione dell'adattamento manga di Gaiking (di recente proposto in Italia da Hikari), nonché di Zambot 3 (altra ideazione di Tomino), Gundam e perfino di Grendizer, dando un finale alla versione manga dell'opera di Nagai, che lui aveva lasciato incompiuto. E come si può vedere in questo video tratto dal canale di Toku-Robot, i disegni sono molto dettagliati e simili a quelli del cartone animato. Sarebbe anche il caso che qualche editore proponesse questo volume in italiano. 

Il finale della serie nasconde un enigma: la sorte di Banjo Haran. Ce l'ha fatta a sopravvivere alla battaglia con Don Zaucker e alla caduta dell'impero dei meganoidi? L'ultima puntata dell'anime non risolve il mistero. Dalla lettura di un volume noto come Roman Album nonché dal manga citato è possibile avere la certezza che Banjo è riuscito a sopravvivere e alla fine ha deciso di restare su Marte. Al tempo della trasmissione dell'anime in Italia, girava anche una serie manga pirata tutta prodotta nella penisola, per la verità, con disegni molto curati.