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Manfredi: ai tempi di Sergio Bonelli niente politica

Di Cani Sciolti di Gianfranco Manfredi ho parlato qualche volta qui evidenziando che questa serie (o maxiserie che fosse) è stata una dei tanti flop che la casa editrice Bonelli ha messo in fila negli ultimi anni, nei quali si può dire che non ne abbiano azzeccata una. Manfredi, che non ha mai nascosto simpatie per l'estrema sinistra, veniva dal flop di Adam Wild e dalle critiche alle sue storie di Tex, farcite di marchiato comunismo. In un podcast di Manfredi di pochi giorni fa sono saltati fuori grossi retroscena su Cani Sciolti che ne possono spiegare il flop.

La discussione si è accesa sull'argomento sul forum di Comicus, in cui un utente ha riportato le dichiarazioni di Manfredi sulla serie, che in questi giorni è ritornata in libreria con un volume di ristampa al cui interno sono contenute due storie inedite. Secondo G. Manfredi, se il volume venderà bene, la Bonelli autorizzerà il completamento delle altre storie fino alla n. 20 (la serie in edicola si è fermata con il n. 14) e in caso contrario ci si fermerà di nuovo. Ma chi ha voluto Cani Sciolti? Si pensava che l'iniziativa fosse partita da Manfredi per fare politica.

E invece no. Secondo Manfredi, sarebbe stato Michele Masiero, n. 2 della casa editrice, a dargli l'incarico di realizzare una serie sugli anni '70. Manfredi avrebbe manifestato stupore perché questo significava metterci dentro la politica e ai tempi di Sergio Bonelli questo sarebbe stato impossibile. Non perché Bonelli non fosse schierato dal punto di vista politico (era di sinistra), ma perché la politica è divisiva e se ti schieri anche nei fumetti rischi di non vendere a chi ha idee politiche diverse. Parole che, per dirla proprio tutta, mi hanno stupito in parte.

Anch'io credevo che dietro Cani Sciolti vi fosse la volontà di Manfredi di continuare a fare politica di estrema sinistra con i fumetti, tanto che sul suo profilo Facebook parla quasi sempre di politica. Negli anni '70 si schierò perfino per i brigatisti richiedendo, in una canzone, la liberazione definendoli prigionieri politici. Cose fuori dalla realtà che allora come oggi erano fuori dalla realtà. Chi uccide e mette bombe non è un prigioniero politico se viene catturato, ma un criminale che con la scusa della politica fa violenza. Messaggi irricevibili.

Anche in un fumetto, allora come oggi. Ken Parker fu un flop a causa della politica ed oggi Cani Sciolti è stato un flop a causa della politica. Ma cosa si aspettava M. Masiero, anche lui schierato per la sinistra? I tempi di Sergio Bonelli sono lontanissimi e se oggi l'editore è in grave difficoltà la colpa è anche di chi prende queste scelte infelici e di chi le attua invece di rifiutarsi. Lo stesso G. Manfredi che si aspettava di ottenere quando cantava quella folle canzone? Che fossero rimessi in libertà pericolosi assassini che avrebbero continuano ad uccidere?

Chissà se l'avrebbe cantata ai parenti delle vittime. Il punto non è ciò che pensa Manfredi (però mi auguro che non pensi più a quello che diceva nella canzone), ma che ai tempi di Sergio Bonelli e cioè fino al 2011 la politica era vietata nelle storie di Bonelli. E le cose andavano meglio allora. Oggi? Vanno male, molto male e M. Masiero continua a fare ciò che non avrebbe mai fatto Sergio Bonelli. Tra l'altro, Masiero è anche dietro il flop della linea Audace. Ritornare ai tempi di Sergio Bonelli? No, non lo faranno mai. Al momento, non esiste.