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La svolta: Recchioni lascia la cura di Dylan Dog

La notizia era nell'aria da molte settimane e oggi è divenuta ufficiale: Roberto Recchioni lascia l'incarico di curatore delle collane di Dylan Dog. A rivelarlo è stato tra i primi lo youtuber Lucadeejay in questo video, ma già diversi fan avevano segnalato la notizia da alcuni post di Recchioni che lui ha scritto oggi sul suo account Instagram. Un simile sviluppo era atteso fin da quando nel settembre 2022 arrivò notizia che il rilancio di Dylan Dog da parte di Recchioni era finito. 

Ne ho parlato giusto qui. La versione ufficiale è che T. Sclavi avrebbe posto fine al rilancio dopo avere capito che il suo personaggio doveva tornare alle origini! Mah, versione difficile da credere dato che le vendite negli ultimi anni erano crollate e in considerazione della crisi generale che si è protratta dalla fanta pandemia ad oggi, è possibile che in Bonelli siano giunti alla conclusione che tenere su il baraccone recchionico con tutto il suo background di provocazioni era troppo.

Ne ho parlato qui. La fine del suo regno si è iniziata a vedere nel 2021 quando fu annunciato che Dylan Dog avrebbe avuto due curatori, Recchioni ancora sulla serie mensile e Busatta sul Maxi Old Boy che avrebbe ospitato storie costruite come se il rilancio non ci fosse mai stato. Era il segno di una ammissione di fallimento. Il nuovo Dylan che Recchioni aveva costruito non era riuscito a conquistare tanti lettori da conservarsi. E come poteva essere con simili presupposti?

In una intervista del 26 settembre 2014 su Repubblica disse/spiegò come avrebbe ucciso Dylan Dog. Ci è riuscito? No, perché Dylan Dog, anche se colato a picco nelle vendite esce ancora. E infatti, Recchioni lascia una serie che vendeva 120.000 copie quando assunse questo incarico nel giugno 2013, mentre oggi è scesa sotto quota 50.000. Un disastro completo se si considera che si trattava della seconda serie più venduta in Italia. Già all'epoca furono sollevate parecchi critiche.

Perché proprio Recchioni che aveva all'attivo solo 5-6 storie di Dylan Dog ed era noto soprattutto come autore di nicchia su John Doe di Eura Editoriale? Portare la provocazione sulle pagine di Dylan al fin di svegliare il pubblico non apparve una scelta saggia e oggi possiamo dire che chi affermava che quella soluzione era errata aveva ragione. I motivi, secondo alcune voci, furono tutt'altro che trasparenti, dato che il tutto fu originato da Sclavi, Paola Barbato e Recchioni. 

Parrebbe che i due, messi nell'angolo nella gestione dalla gestione di Gualdoni, si sarebbero lamentati con Sclavi, che, a sua volta, ebbe a lamentarsi con Marcheselli (allora il direttore editoriale) che la serie era crollata nelle vendite (e immaginiamo anche le sue royalties che alle vendite erano collegate). Quindi, via Gualdoni e dentro Recchioni (anche se si pensava che il curatore dovesse essere la Barbato). Ma ciò è storia. Il futuro di Dylan Dog non sarà più legato a Recchioni. 

Recchioni le ha provate tutte, ma poche hanno funzionato. Di alcune trovate si può ricordare ben poco, tranne la loro totale antitesi con il personaggio. Due momenti su tutti: il matrimonio lgbt tra Dylan Dog e Groucho e l'uccisione di Sclavi da parte di Dylan. Ad ogni modo, visto che le decisioni in Bonelli si prendono almeno 18-24 mesi prima e siccome Recchioni ha mollato la cura dell'Old Boy nel 2021, già nel 2019-20 sarà stata presa la decisione di chiudere, ma in più fasi.

Il botto però è arrivato lo stesso: Recchioni quindi lascerà quest'anno la direzione della serie mensile di Dylan Dog e a Lucca se ne saprà di più. Chi sarà il nuovo curatore? Busatta che già cura il Maxi Old Boy? O qualche scrittore che arriva da Tex Willer? C'è da rammaricarsi che questa decisione non sia stata presa anni fa, quando in virtù del crollo verticale nelle vendite, era chiaro che il rilancio non aveva centrato i suoi obiettivi. Si è deciso comunque di andare avanti ad ogni costo.

Era così difficile ammettere di avere fatto la scelta sbagliata? Quello che più conta oggi è che l'incubo da molti fan ritenuto il peggiore di Dylan Dog sia finito. I vecchi fan torneranno a leggere Dylan Dog? Ma soprattutto, a prescindere da chi sarà il curatore, Dylan Dog oggi ha ancora qualcosa da dire? Quello che è certo è che chi ha letto finora Dylan nonostante tutto si aspettava qualcosa in più del matrimonio gaio tra lui e Groucho e l'uccisione sulle sue pagine di Tiziano Sclavi. 

Da questo cambio di rotta l'editore si aspetta quindi che le sorti della testata si risollevino, dato che con la gestione Recchioni questo non è avvenuto. Recchioni non ammetterà mai il flop del rilancio (non lo ha fatto nemmeno con Orfani) e quindi rappresenterà quasi certamente il cambio di gestione in maniera molto diplomatica. Potrebbe parlare di decisione concordata oppure di progetto che si è concluso, ecc., ma non ammetterà che l'editore lo ha mandato via per il flop del rilancio.

Cambia la direzione della testata di Dylan Dog, ma non cambierà la base ideologica della gestione, dato che il personaggio seguiterà ad essere veicolo della sinistra radical chic, pro-migranti, iper liberista e a favore dell'establishment. Tutt'altro rispetto alle origini quando la propaganda lo considerava dalla parte dei deboli. Oggi Dylan è dalla parte dei sistemi di governo, i quali sostenuti da finanza e massoneria vessano i popoli. Il nuovo curatore continuerà su questa china.