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La Baraldi e la voglia di bloccare Dylan nel passato

Cambia il curatore in Dylan Dog tuttavia la musica è sempre la stessa anche nella comunicazione con il pubblico perché in casa Bonelli la tradizione è tutto e anche quando è deleteria, come in questo caso, di metterla da parte non se ne parla. Ma cosa è successo? Posto un link di un mio articolo in cui commento la sua intervista rilasciata ad uno youtuber e soprattutto in cui evidenzio tutte quelle che per me sono criticità della impostazione con cui intende gestire l'indagatore.

Il link lo metto come è ovvio sotto il suo post su Facebook ma la neo-curatrice, anziché rispondere nel merito alle mie osservazioni, scrive il suo lungo post dove mi attribuisce maleducazione sostenendo che quel mio commento era spam. Gli spiego con pacatezza che si sbaglia, che lo spam non esiste poiché avevo linkato il mio pezzo sotto il suo post per aggiungere un contributo al suo post sulla nuova gestione e la invito di nuovo a rispondere nel merito alle mie osservazioni. 

Con riluttanza risponde sostenendo che a differenza di quanto avevo scritto io, Dylan userà la tecnologia. In realtà, dalle sue parole nella citata intervista (che ritrovate nel mio pezzo sopra linkato) si capisce bene che Dylan userà poco e niente internet, i social, il cellulare, ecc. e se lo farà, ciò avverrà con estrema riluttanza a ribadire, per come ho inteso io, una sorta di manifestazione di arroganza. Come se volesse affermare che internet e la modernità non lo riguardano affatto.

Chiariamo un punto: non è che Dylan Dog deve per forza usare pc e cellulari, può continuare a vivere nel medioevo di quegli anni '80 per soddisfare le nostalgie dei vecchietti di quel periodo (che sono la gran parte dei circa 45.000 lettori che ancora seguono la collana). Però la serie è in caduta libera dopo nove anni di assurda gestione da parte di Recchioni e quindi invece di continuare su quella china occorreva una rottura totale con quel regime. Non c'è stato niente da fare.

La parola cambiamento alla Bonelli è qualcosa di non esistente e non ci si deve stupire se i giovani i loro fumetti li ignorano da molti anni. I giovani oggi leggono soltanto manga, al massimo un paio di migliaia di loro leggono comics, ma i Bonelli non li sfiorano. Ecco perché mi sono permesso di criticare la scelta di tenere Dylan Dog in un rapporto di rifiuto della tecnologia o di mala tolleranza con essa. I giovani di oggi vivono immersi nei cellulari, questo è risaputo da tutti gli osservatori.

Alla Bonelli lo sanno? Pare di no e continuano in scelte prive di senso logico. Non è però la scelta sbagliata che delude, ma la condotta poco conciliativa con il lettore che critica, spesso attaccato come nel mio caso, poiché se il link che ho condiviso sotto il suo post fosse stato di elogio è assai probabile che nessuno si sarebbe lamentato. Recchioni spesso accusava senza senso i critici di essere hater e ora si accusano gli altri di spamming. Cambia il curatore ma la musica è la stessa.