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Dylan Dog: Claudio Lanzoni si presenta in pubblico

La scelta caduta su Barbara Baraldi come neo curatrice di Dylan Dog fa ancora molto discutere poiché i fan si aspettavano qualcosa di più che quella che si profila come una triste continuità con la fallimentare gestione Recchioni, tanto da far pensare a molti che il cambiamento sia solo di facciata. Recchioni non è uscito di scena, avendo precisato che continuerà a dare il suo sostegno come autore. La musica quindi non cambierà ed il tono generale sarà quello dimesso che si è veduto a partire dalla saga Inizio del nuovo inizio dello scorso autunno. 

E' stato allora che si è iniziato ad ipotizzare che la Baraldi succedesse a Recchioni (ne ho parlato giusto qui). Gli altri aspetti della fine della gestione Recchioni e l'arrivo di Barbara Baraldi sono stati trattati qui, qui e qui. Che alla direzione di Dylan Dog ci sia solo la Baraldi o anche Recchioni, che sarebbe una sorta di curatore dietro le quinte, non è tanto importante. Quello che, però, è certo è che non ci saranno nomi nuovi. Gli autori saranno i soliti, per cui, quindi, che ad apparire fuori come curatore ci sia lui o lei non fa differenza di alcun tipo.

Per sollevare Dylan dalle sacche della crisi servirebbe il nome nuovo, di rottura, in grado di generare attenzione, non come nome legato a fonti continue di polemiche come è stato per Recchioni, ma un nome roboante che convinca chi ha smesso di leggere Dylan Dog a tornare sul galeone. E i nuovi lettori? Diciamo le cose come stanno: Dylan in quanto fumetto Bonelli per i giovani non esiste. I giovani leggono solo manga. Il lettore di Dylan Dog è colui che lo seguiva negli anni passati e nonostante il crollo della collana continua a leggerlo da scontento.

In questa intervista Barbara Baraldi ci ha tenuto a far sapere che il suo Dylan (che poi è quello di Recchioni) continuerà a non usare la tecnologia, non sarà sui social insomma. Quindi, già nelle premesse ha fatto capire che il suo Dylan ai giovani non parlerà, ma un editore senza nuovi lettori che futuro ha? Capiscono che di questo passo le vendite continueranno a calare? No, perché proprio per questi motivi la scelta della Baraldi non ha alcun senso. In Bonelli è come se fossero intrappolati in una visione che cozza con la realtà che li circonda. 

Al di là di chi sia davvero il curatore, fa pensare molto il fatto che la scelta sia caduta sulla Baraldi, che ha all'attivo una manciata di storie di Dylan Dog e basta nel campo dei fumetti. Ma che senso ha puntare su una persona che vanta una esperienza nel settore così modesta? Il fatto dovrebbe essere la conferma che il vero curatore (esperto) è un altro? Magari ancora Recchioni? Il mistero più grande però è un altro ed è legato al nome di Claudio Lanzoni, uno sconosciuto, tanto che le notizie più recenti su di lui risalgono al 2009 e sono fuori settore.

Lanzoni non è un fumettista. Non ha mai scritto fumetti e il suo nome è spuntato dal nulla lo scorso autunno come autore dei soggetti di alcune storie del Nuovo Inizio e qui ho spiegato la vicenda che lo ha portato su Dylan Dog. Sostiene di essere amico di Sclavi. Ma come può Sclavi affidare Dylan Dog a uno che non ha mai scritto fumetti? E soprattutto come potrebbe la casa editrice avallare una scelta priva di senso come questa? Così è circolata la news che potesse essere il marito della Baraldi, ma anche così avrebbe ancora meno senso. 

Nel video di sopra per la prima volta Lanzoni si mostra in pubblico, al minuto 1:20:00, in pratica alla fine della conferenza alla quale sono presenti la stessa B. Baraldi e il n. 2 della Bonelli, Michele Masiero. A conti fatti, quindi, oggi Dylan è o sarebbe gestito da due persone che non hanno esperienza radicata nel settore. E' una scelta che ha un senso? Oggi no, i risultati parleranno. Grande assente alla conferenza l'ex curatore Recchioni. Oggi fa una certa impressione scriverlo. Ex curatore Recchioni e non c'è Sclavi, che con lui nel 2013 invece c'era. 

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