lunedì 21 agosto 2023

Il Grande Diabolik n. 2-2023: King non deve sapere

Come da tradizione, il secondo numero annuale de Il Grande Diabolik narra un evento del passato di Diabolik nel periodo sull'isola di King, dove si è formato. Un'ottima storia, sebbene semplice nella trama ma che contiene alcuni elementi che fanno riflettere sul gran mistero di Diabolik. Chi è? E soprattutto chi è suo padre? Il soggetto è di Mario Gomboli e Tito Faraci, che si è occupato dei testi. Le matite dei vari flashback, che poi è la storia principale, sono di Giuseppe Palumbo. 

Sulle chine hanno partecipato anche Gianfranco Giardina e Claudio Mastronardi con retini di Leonardo Vasco. Le matite delle tavole del presente sono di Giuseppe Di Bernardo, che è in assoluto il peggiore disegnatore di Diabolik secondo me. I retini di queste tavole sono di Letizia Castagna. Diabolik si introduce nella villa del conte Graven al fine di rubare la collana di perle della imperatrice Lao Pin dalla sua collezione privata per regalarla a Eva. Diabolik è così e lo sanno tutti.

Se deve fare un regalo a Eva, ruba benché oggi ricchissimo potrebbe permettersi tutto. Tra gli oggetti rileva una vecchia banconota fuori corso del Deccan, lo stato che, nel mondo fittizio del re del terrore, dovrebbe rappresentare l'India. Eva, che segue a distanza, nota tutto con il binocolo e dopo quando si ritrova sola con il suo fidanzato gli chiede perché ha preso quella banconota. Comincia in questo modo il racconto dell'episodio sull'isola di King, che Eva Kant non conosceva. 

L'ingegner Suanda era anche uno dei pochi suoi maestri che sull'isola di King, l'allora giovane Diabolik considerava un amico e l'unico che gli dimostrava calore umano in un contesto duro dove contava solo la legge del padrone, cioè di King. Ad un certo punto, Diabolik domanda a Suanda perché King ha tanto interesse per lui fino al punto da fargli dare lezioni dai suoi uomini migliori. Suanda risponde e allude ad un qualcosa che King mira ad ottenere ma non completa la frase. 

Questo è un particolare importante, il più grosso di tutta la storia, che riguarda altro, ma che illumina sul vero rapporto tra Diabolik e King. Che King sia il padre di Diabolik, nato magari da una relazione con una donna già sposata? Ciò spiegherebbe perché quando i suoi uomini lo raccolsero quando era ancora in fasce dal naufragio, King non appena vide il neonato ordinò subito che fosse portato in salvo. Il capo di questi malfattori voleva allevarlo per farne un successore?

Tutti lo chiamavano ragazzo, anche King, così che Diabolik un nome vero non ce l'ha mai avuto, ma è anche possibile che Suanda sapesse qualcosa che però ha preferito non rivelare al ragazzo. Ad un certo punto, tutti i maestri di Diabolik vengono convocati con urgenza da King per discutere di una questione della massima importanza. Mya Yang, una criminale del Deccan, minaccia il dominio di King nella zona e lui vorrebbe assestargli un colpo magistrale per eliminarla. 

L'occasione arriva quando Mya Yang si impadronisce di due matrici per banconote sottratte da un ex impiegato della zecca di stato poi fatto uccidere subito dopo averle consegnate. King le vuole e così discute il piano con i suoi uomini. Mya vive su di un veliero fortificato rendendo vano ogni tipo di attacco. Anche quando si sposta è ben tutelata. Suanda ha l'idea per risolvere la questione: affondare tutto il veliero di Mya Yang in modo che lei lo abbandoni con le matrici.

A quel punto, una squadra sarebbe intervenuta per rubarli. Per non allarmare gli uomini della Yang, la colata a picco della nave sarebbe stata provocata da cariche piazzate sotto la chiglia, che esplodendo avrebbero creato delle falle che si sarebbero allargate sempre di più di modo che la nave sarebbe affondata dopo molte ore. Gli uomini della Yang se ne sarebbero accorti quando ormai era troppo tardi per capire perché la nave stava affondando. Suanda le avrebbe create.

Una parte importante del piano erano però le nebbie fumogene del prof. Wolf, che hanno la particolarità di permettere a chi si muove al loro interno di vedere all'esterno ma di non essere visti. Se usate di notte rendono invisibili specie se un gruppo di assalitori si muove sul mare. Per piazzare le cariche sotto la nave della Yang, King opta per pescatori di perle che Dempur avrebbe selezionato. Tutto è dunque pronto per il piano la cui esecuzione è affidata a Dempur e Suanda.

Diabolik aveva spiato le riunioni di King con i suoi uomini e sapeva tutto e perfino quando venne impiegato dai maestri per preparare il materiale della spedizione non fece domande, sapendo a cosa serviva tutto ciò. Lui aveva, in realtà, un altro obiettivo. Gli uomini di King, quando erano in libera uscita, si recavano presso l'isola di Tongok, da loro descritta come un vero Paradiso del piacere. Diabolik pensava tutt'altro, però in quel momento non poteva certamente saperlo.

Nacque in lui il grande desiderio di andare a Tongok e il caso volle che il veliero di Mya Yang si trovava ancorato lì. Quando la missione partì lui si intrufolò in un magazzino della stiva da cui uscì solo dopo che giunto a destinazione, nessuno poteva vederlo. Ma a Tongok Diabolik non trovò alcun Paradiso. Il luogo era come tanti sulla Terra, con una parte ricca e una parte povera e disperata. Dove i poveri erano gente invisibile che nessuno curava. Lui stesso dovette difendersi dai ladri.

Quando salvò una delle povere ragazze del luogo dall'essere investita da una vettura di gente ricca, accolse il consiglio di quest'ultima di andare via. Così stava facendo quando notò un particolare che attirò la sua attenzione. Mya Yang stava lasciando il veliero poco prima che il piano dei suoi maestri fosse messo in opera. I suoi uomini a bordo si resero conto che la barca stava affondando ma non sapevano cosa fare perché la loro padrona era lontana e non raggiungibile via radio.

La Yang aveva un amante, un intermediario finanziario di nome Lian Chang e con lui si incontrava spesso di notte. Diabolik seguì la Yang fino alla casa di Chang ed entrò per avvisarla che la sua nave stava colando a picco. Mya Yang non badò a chi fosse quel giovane che le aveva dato una informazione così preziosa e tornò subito al veliero. Come da previsioni, si pose su una scialuppa con le matrici insieme a due dei suoi uomini più fidati per mettere al sicuro il suo tesoro.

La squadra di assalto di Suanda la intercettò intimando l'immediata consegna delle matrici. La Yang le gettò in acqua e poi venne falciata dalle pistolettate degli uomini di King. Solo l'altro scagnozzo si salvò poiché Suanda ordinò che non fosse ammazato. I pescatori di perle recuperarono la valigia con le matrici. Quando la barca torno all'isola, Suanda intercettò Diabolik una sera e gli fece intendere che lui aveva capito di essere a conoscenza di ciò che aveva fatto a Tongok. 

Diabolik raccontò dopo che King esagerò nell'uso di quelle matrici. Le autorità del Deccan capirono che dei ladri le avevano rubate per fabbricare banconote false e la valuta venne così ritirata. Solo alcuni esemplari sopravvissero. Uno di questi si trovava nella collezione del conte Graven quando all'inizio di questa storia Diabolik ha rubato la collana di perle dell'imperatrice Lao Pin per regalarla a Eva. Il volume contiene una seconda storia di solo testo scritta da Carlo Cappi.

Una scelta errata poiché inserire in un fumetto venduto a 5,70 euro anche storie senza tavole è fastidioso e irritante. Per fortuna in fondo al volume c'è un'altra storia disegnata da Ivo Milazzo per i 40 anni di Diabolik nel 2002. In pratica. delle circa 200 pagine del volume solo le prime 142 sono inedite. Non proprio una scelta corretta da parte di Astorina. La storia di Milazzo pur breve è di ottimo livello e narra un altro episodio della giovinezza di Diabolik all'isola di King.

Blier, vecchio complice di King, viene arrestato da Ginko con l'accusa di partecipazione ad una rapina. Blier cerca di comprarsi la sua libertà rivelando all'ispettore un episodio di cui è stato testimone sull'isola di King quando c'era Diabolik. Shark uno dei più rudi uomini di King lo odiava e un giorno lo picchiò in modo duro. King intervenne e per risolvere la contesa organizzò una sfida tra i due. Il vincitore sarebbe vissuto. Il perdente sarebbe morto gettato dalla scogliera dell'isola.

La gara consisteva in una corsa fino al faro dove King aveva nascosto un gioiello. Chi lo avrebbe preso per primo avrebbe vinto. Shark più duro e forte arrivò per primo ma non trovò nulla. In realtà, Diabolik lo aveva sottratto la notte prima. King lo premiò ricordandogli che ciò che conta è il risultato. Non importa con quale mezzo, lecito o illecito, venga raggiunto. Fu Shark ad essere ucciso lanciato dalla scogliera e secondo Blier King considerava Diabolik come se fosse suo figlio.

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