Diabolik (Anno LXII) n. 04-2023: troppo complicato

Una storia molto complicata quella ospitata sull'albo inedito di aprile 2023 (corrispondente all'inedito n. 914), forse anche troppo perché alla fine come lettore si fa fatica a seguire il bandolo della matassa. Il soggetto non è opera di Gomboli e si vede. I suoi sostituti Tito Faraci e Licia Ferraresi avranno pensato che una avventura caratterizzata da una serie di eventi tra loro legati in maniera complessa elevasse la qualità della storia, ma non è stato così. La trama di base si è rivelata molto semplice e ingarbugliare tutto ha solo dimostrato la debolezza dell'impianto narrativo ideato dai due. Peggio ancora i disegni.

Affidati al vecchio Pietro Cerveglieri, hanno riportato Diabolik a una ventina di anni fa quando veniva disegnato così, con dei volti semplici, appena abbozzati e privi di espressività che le brutte chine di Giorgio Montorio e Luigi Merati hanno solo aggravato. Mentre sta finendo un colpo a casa di Sullivan, un capo della mala di Clerville, Diabolik sente squillare il telefono. E' un tizio di nome Donner, che aveva qualche giorno prima proposto un affare a Sullivan. Diabolik, si finge Sullivan e sta al gioco accettando di mandargli un suo uomo nella piccola città di Bergher nel Beglait, Donner gli rivela informazioni molto preziose.

Il conte Guglielmo Rubens e sua moglie Eleonora hanno scoperto un tesoro di antichi gioielli, che un suo antenato aveva nascosto sotto il giardino della villa. Con l'accordo dei cugini, hanno deciso di venderli affidando ad una agenzia di sicurezza il trasporto presso il caveau di una banca. Diabolik arriva a Bergher ma le sue ricerche non portano a nulla di eclatante fino a quando un giorno mentre sta pranzando in un ristorante all'aperto, lui e Eva notano un certo avvocato Barrett. Diabolik capisce subito che si tratta di Ginko con la maschera, dato che l'aveva preparata per un colpo tempo prima senza attuarlo.

Ginko aveva scoperto il suo rifugio e quella maschera era tra i reperti presi dalla polizia. Diabolik intuisce che Ginko se ne sta servendo per qualche attività riservata nel Beglait. Eva si avvicina a lui mentre sta parlando al telefono e ascolta i particolari di un servizio di sicurezza che sta seguendo. Per Diabolik è la conferma che i Rubens gli hanno affidato l'incarico Ginko del servizio di trasporto dei gioielli. Diabolik mette in atto il suo piano, che prevede l'uso di una tuta speciale per non far trapelare calore e delle piastre mobili per scendere le scale del sotterraneo dove sono celati i gioielli. Qualcosa però va storto.

In pochi secondi si ritrova circondato da guardie. Per fortuna riesce a fuggire insieme ad Eva e solo dopo scoprirà che nella villa dei Rubens erano state piazzate telecamere delle quali, però, Ginko al telefono non aveva parlato. I Rubens non denunciano l'accaduto per evitare di attirare l'attenzione su di loro. Sono convinti che la persona con la tuta che si è intrufolata da loro non era Diabolik. In effetti, la tuta anti-calore lo faceva sembrare più grosso e inoltre, secondo Eleonora Rubens, Diabolik non si sarebbe fatto ingannare da telecamere, ma lei non poteva sapere che Diabolik era convinto di non trovarle.

Eleonora confida ad Altea quello che è successo e mentre costei sta parlando con Ginko viene rivelato il grosso equivoco che ha tratto in inganno Diabolik. Ginko si stava occupando dei gioielli del cugino di Altea, il barone Gaillard. I piani di sicurezza che Eva ha sentito erano riguardanti quest'ultimo e non la villa Rubens. Diabolik capisce che il suo nemico sta lavorando su un altro servizio di sicurezza ma non quale. Ogni tentativo di seguire lui ed i suoi, condotti sul campo dal sergente Torrens, sono inutili. Anche Ginko capisce l'equivoco in cui è caduto Diabolik e pensa di sfruttarlo per tendergli una trappola.

Fa elevare delle multe per divieto di sosta ai suoi agenti per indurre Diabolik a credere che la zona sia quella in cui lui è stato incaricato del duro servizio di sicurezza. Il re del terrore sta quasi per cascarci quando Eva, appassionata di arte e scultura, gli fa vedere un video della zona che aveva fatto giorni prima durante una passeggiata. La mancanza di auto fa capire a Diabolik che Ginko gli sta tendendo una trappola. Così mette in campo la sua contromossa. Convince Donner ad entrare con la sua tuta nella villa dove Ginko si era appostato così quando viene scoperto, Ginko urla per radio di correre da Gaillard.

Era quello che Diabolik voleva sapere e così si precipita lì e sottrae i preziosi approfittando del fatto che i poliziotti, tutti spostati verso la finta zona della trappola orchestrata da Ginko, non arriveranno in tempo. La storia finisce così mentre Diabolik progetta il nuovo piano per rubare anche i gioielli dei Rubens. Una storia molto complicata e con un finale che non è un vero finale. La mancanza di Gomboli come soggettista si è sentita fin troppo e l'esperienza di Licia Ferraresi non è bastata a colmare la lacuna. Altro dato negativo: troppi dettagli sono stati lasciati al caso. Nelle storie di Diabolik ciò non avviene.

Nessun commento: