Diabolik (Anno LXII) n. 08-2023: un alibi perfetto

La storia di Diabolik ospitata sul numero inedito di agosto è stata pesante da leggere a causa di una trama molto disarticolata basata su un soggetto a sua volta molto confusionario. Tra gli autori non figura Mario Gomboli e questo spiega il basso grado di qualità della storia e i non eccelsi dialoghi di Raffaele Altariva, che, tra l'altro, ha curato il soggetto con Andrea Pasini, che ha completato un quadro deludente. Da qualche tempo a Clerville è attiva una astuta banda di rapinatori.

Nel giro di pochi mesi accumulano una grande quantità di preziosi dal valore immenso e Diabolik vorrebbe metterci le mani sopra ma le sue ricerche sulla identità dei rapinatori finora non ha dato esito. In una delle ultime rapine qualcosa non va. Il derubato estrae una pistola e colpisce uno dei ladri. Gli altri sanno cosa fare. Devono ucciderlo e portare via il corpo secondo il protocollo che il loro misterioso capo ha fissato, ma non riescono e lasciano il corpo dell'amico morente.

E' Mariano Novier, un ladro che dovrebbe essere nel carcere diretto da Tiziana Harris e da Pietro Menner, capo delle guardie. Le indagini affidate a Ginko puntano subito sulla ipotesi che i furti siano messi su dall'interno del carcere da detenuti fatti uscire di notte per attuarli e infatti questa parte dell'operazione è seguita da Alvaro Bedard e Guido Tennant, due delle guardie che erano sempre di turno durante le notti degli altri furti. A Ginko raccontano solo frottole.

Affermano che le telecamere si erano guastate e che avevano subito segnato il fatto sui registri (ma, l'avaria l'avevano procurata loro). I video vecchi vengono cancellati di routine e quindi non è possibile più vederli. Intanto, si muove anche Diabolik e una sera penetrato nella casa di Alvaro Bedard per interrogarlo lo ritrova cadavere con un messaggio in cui afferma di essersi suicidato e di essere stato l'unica mente dietro ai furti. Diabolik ovviamente non crede a tale versione.

Anche Ginko, che interroga subito l'altro secondino, Guido Tennant, è dubbioso ed esclude che sia stato quest'ultimo ad uccidere il collega. Quando gli è stato riferito il fatto, Tennant è parso sorpreso e mette su un piano per scoprire la verità. Giorni dopo viene arrestato il ladro latitante Roberto Farnam, famoso per la sua parola nel rispettare i patti. Ginko gli chiede, in cambio di uno sconto di pena, di fungere da agente infiltrato e scoprire la mente dietro la banda di rapinatori.

In realtà, Farnam è Diabolik, il quale ha assunto la sua identità dopo avere scoperto che il vero ladro si trova nel Ferland sotto falso nome. La sera prima dell'arresto si era fatto vedere in un locale frequentato da un informatore della polizia. Raccontando di un noto imprenditore che ha una collezione di gioielli del valore di 12 milioni di euro. Così viene avvicinato da Tennant per organizzare la rapina e nel frattempo informa Ginko dei particolari di ciò che ha scoperto fino ad ora.

Lo scopo di Ginko è quello di far realizzare la rapina ai detenuti, tra i quali si trova Farnam, per poi appostarsi all'ingresso del passaggio segreto con cui i reclusi escono di prigione. E' lì che, secondo quanto ha scoperto Farnam/Diabolik, il misterioso capo si reca dopo che il bottino viene lasciato dai ladri. Nel tragitto uno dei ladri sospetta che Farnam sia un falso e dopo avergli fatto una domanda a trabocchetto su un fatto del passato che si è inventato, capisce tutto.

Farnam non può che essere Diabolik, l'unico in grado di imitare i volti degli altri con maschere simili a facce vere e il re del terrore non ha altra scelta che mettere ko con il gas gli altri nella vettura e saltare fuori, mentre la macchina precipita da un burrone. Nessuno degli altri reclusi sopravvive. Farnam/Diabolik informa Ginko dell'accaduto ed a Tennant narra che gli altri due avevano pensato di scappare e lui a quel punto ha dovuto ucciderli onde evitare di essere ammazzato.

Mentre riferisce a Tennant questa versione, Farnam/Diabolik si trova davanti a Ginko accorso per recuperarlo. Mentre lui viene riportato in carcere, Eva interviene nel percorso di ritorno e lo libera. Intanto, Ginko si apposta all'ingresso del passaggio segreto e coglie sul fatto il misterioso capo andato lì per recuperare la refurtiva della rapina. Si tratta di Pietro Menner, il capo delle guardie. Nella valigetta, però, si innesca un meccanismo a gas e Ginko e gli altri vengono narcotizzati. 

Diabolik ed Eva, appostati nelle vicinanze, intervengono e svegliato Menner sottoposto a siero della verità apprendono che la refurtiva delle altre rapine si trova in valigie alla stazione. Pietro Menner così avrebbe potuto fuggire in ogni momento ed in poco tempo nel caso fosse stato costretto. Ginko al risveglio capisce che Farnam in realtà era Diabolik e che è stato raggirato come al solito. Almeno però ha la consolazione di avere sgominato una pericolosa banda di rapinatori.

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