venerdì 23 settembre 2022

Dylan Dog: Sclavi chiude la gestione di Recchioni

Secondo la narrazione ufficiale bonelliana a metà del 2013 a causa di un fortissimo calo delle vendite della serie di Dylan Dog (tra il 2012 e il 2013 le vendite calarono di 20.000 copie passando da 140.000 a 120.000 copie), il creatore Tiziano Sclavi impose la sostituzione del curatore Giovanni Gualdoni con Roberto Recchioni credendo che un tipo controverso come il fumettista romano attirasse nuovi lettori.

Le cose, in verità, andarono in modo diverso. Gualdoni, curatore dal gennaio 2010 al posto di Mauro Marcheselli tagliò fuori Recchioni e Paola Barbato dal team degli sceneggiatori. I due andarono da Sclavi per lamentarsi di quel trattamento e Sclavi a sua volta si lamentò con Marcheselli, che allora era il direttore editoriale della Bonelli. Il calo di vendite non c'entrava niente. Dylan Dog perdeva lettori da anni. 

Con Macheselli le vendite erano passate da 530.000 copie del 1993 a meno di 200.000 nel dicembre 2009. Leggete qui. Con Gualdoni, la serie aveva perduto circa 80.000 lettori in tre anni. Una catastrofe. Il cambio di curatore era necessario e pare che Sclavi avesse puntato sulla Barbato, la sua prediletta, che in quel momento era in pessimi rapporti con Recchioni (in seguito non è che siano divenuti amiconi).

Sclavi convocò una riunione a casa sua per discutere sui cambi da apportare a Dylan Dog, ma alla fine furono invitati solo Recchioni e la Barbato. Non Gualdoni, che era il curatore. Leggete qui. Sul perché poi la Barbato si schierò dalla parte di Recchioni si può avere una chiarezza nella parte finale di questo articolo. Con Recchioni la serie di Dylan non è mai prosperata. Si puntò solo a far incazzare il lettore.

Scelte provocatorie, litigi tra curatore e lettori in rete con pubbliche dichiarazioni di abbandono della serie da parte di lettori offesi, così continuando per dieci anni in cui le vendite non hanno mai smesso di calare. Oggi Dylan Dog, secondo fonti private (cioè mie conoscenze nell'ambiente), venderebbe 50.000 copie (meno della metà rispetto a quando divenne curatore) per non parlare delle altre serie chiuse.

Una volta Dylan aveva tre ristampe, speciali annuali e semestrali e altro. Oggi resta poco. La serie regolare, un bimestrale ed un paio di collane extra. Mettiamoci la grave crisi generale (che interessa tutto il settore) e così si arriva al nuovo colpo di scena. Sclavi ora mette fine alla gestione Recchioni. E' lo stesso curatore a farlo intendere in un post su Instagram che lascia poco spazio alle interpretazioni. 

Dopo dieci anni il creatore ha sentito il bisogno di riportare Dylan ad una dimensione più casalinga. Che tradotto significa che dopo dieci anni in cui non ne è stata azzeccata una con vendite in continuo calo e una guerra dichiarata ai fan storici della serie, prima che la baracca caschi addosso a chi ci vive dentro, è meglio salvare il salvabile. Via Recchioni (si attenderà la scadenza del suo contratto tra pochi mesi).

Io ho letto qualche albo di Dylan Dog qua e la di questa gestione e li ho trovati sempre repellenti. Usare i fumetti per fare la propaganda di idee radical chic o comuniste come ha sempre fatto Sclavi non mi ha mai avvicinato ad un personaggio banale, che per sua ammissione ha copiato un po' qui e un po' lì. Il futuro presente, spiega Recchioni, sarà un Color Fest di Sicchio e tre suoi numeri della serie regolare. 

E' Sclavi che ha messo fine alla gestione Recchioni o è la casa editrice che prende atto che le vendite non consentono più che il triste show di questo decennio vada ancora avanti? In un intervento sul forum di Comicus lo stesso Recchioni ammette in parte la sconfitta. E attacca Comix Archive dicendo che il suo contratto si è rinnovato ogni anno dall'inizio. Davvero? In Bonelli la programmazione è pluriennale.

Come può un curatore lavorare, gestire e programmare se ogni anno deve preoccuparsi che l'editore gli rinnovi il contratto? Anch'io ho letto che aveva scritto che alla Bonelli aveva dato una disponibilità di cinque anni. Se davvero la Bonelli poteva silurarlo ogni anno senza rinnovargli il contratto dopo tanti flop, ne avrebbero approfittato. Il fatto però di ammettere sbagli è difficile per tutti (editori compresi).

Un appunto anche sul Pianeta dei Morti di Bilotta (autore che non è mai stato nelle mie corde), saga che i lettori dylaniati idolatrano per motivi mai spiegati. Recchioni non sa se andrà avanti. Come si spiega se lui è il curatore? O il suo successore già è stato scelto? Nel 2021 la Bonelli gli ha tolto la gestione del Maxi Old Boy dandola a Busatta e secondo Comix Archive sarà lui il nuovo curatore di tutte le serie.

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