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La morte di Magneto e la questione dell'anima

X-Men: Red (vol. 2) n. 7, sceneggiato da Al Ewing con i disegni di un certo Madibek Musabekov (machicazz'è?), è un albo legato all'evento AXE: Judgment Day, in cui in questo momento il celestiale noto come Progenitore sta giudicando tutti sulla Terra. Qui vi ho spiegato com'è andato il giudizio su Spider-Man. Prima di questo sviluppo, gli eterni hanno distrutto Arakko, la colonia mutante situata su Marte.

Per riuscire in questa grande impresa gli è bastato usare Uranos, che ha annientato tutti, Magneto compreso. Ne ho discusso qui dove ho spiegato anche come ha fatto a sopravvivere. E poi com'è andata? Nel n. 7 di X-Men: Red (vol. 2) si scopre che Uranos è stato sconfitto, ma Magneto sta morendo e chiede a Tempesta di non essere resuscitato e questo mi fa sospettare ciò che sostengo sul processo di rinascita.

A Krakoa non resuscitano nessuno, ma pongono i ricordi dei morti in corpi clonati. La vita è nell'anima e questa una volta uscita, non si può ricostituire nella sua materialità ma il clone, come la copia di un'altra cellula, avrà anche lui un'anima, ma sarà la stessa? Si può clonare un corpo, ma l'anima è unica. Il corpo è solo il guscio che la contiene. Gli ebrei però non credono nell'esistenza dell'anima, a differenza di noi.

Gli ebrei, il popolo deicida, non credono neanche al Paradiso e la loro cultura è prettamente materialista ed hanno rifiutato il messaggio di Gesù. Quindi, per loro è semplice in un'opera di fantasia il sostenere che con la clonazione si risolve il problema della morte. Nel caso di Magneto forse il problema si è posto. Magneto non è ebreo (anche se l'ebreo Chris Claremont ha cercato di renderlo come tale ai fan).