Diabolik (Anno LXII) n. 10-2023: che storia caotica

Dopo la bella storia del numero precedente (qui trovate la consueta recensione completa), Diabolik cade di nuovo nella mediocrità con la storia uscita nell'albo inedito di ottobre e il motivo è quello solito, la mancanza di Gomboli al soggetto e di Faraci ai testi. Quando Diabolik finisce nelle mani di Andrea Pasini, con Alessandro Mainardi e Enrico Lotti (che hanno curato i testi), la qualità precipita e come in questo caso, si capisce poco. Per giunta, la storia è solo una prima parte di una saga più ampia e ciò ha contribuito ad alimentare la confusione. Tanto che alla fine è facile chiedersi: che cosa ho appena letto?

Anche i disegni di Sandro Giordano (con chine di Jacopo Brandi) sono di qualità molto bassa, incerti a volte nelle anatomie con rimandi allo stile pessimo di Cerveglieri. Cinque anni fa, alla Banca d'Affari sta per arrivare il Cuore del Rubino, gioiello di grande valore per trasportare il quale viene incarica l'agenzia di sicurezza di Davide e Silvia Brandt. Durante il percorso il veicolo viene assaltato da una banda armata, la quale elimina Davide Brandt a sangue freddo pur dopo avere preso il prezioso carico. Diabolik, il quale aveva preso il posto di Eugenio Fins, funzionario della Banca d'Affari, voleva rubare il rubino in banca.

Il giorno dopo, Fins viene liberato e Ginko, messo alla direzione delle indagini della rapina, interpreta il gesto come messaggio di Diabolik: il re del terrore farà di tutto per impadronirsi del Cuore del Rubino. Non sa però che Diabolik brancola nel buio come lui. Qualche tempo dopo, grazie ad un informatore che ha riconosciuto uno dei criminali senza passamontagna, la polizia riesce a trovare il covo della banda e a catturarli dopo uno scontro a fuoco. I loro nomi sono Marco Tartan, Luca Bless e i fratelli Aldo e Dario Pointer. Carlo Sonz, invece, l'ultimo membro della banda, riesce a scampare alla clamorosa cattura. 

Marco Tartan e Luca Bless sono condannati a 20 anni di reclusione, mentre Aldo Pointer, solo perché ha funto da autista, a 8 anni. Dario, invece, se la cava entrando nel programma protezione dei testimoni avendo fornito informazioni per la cattura del boss mafioso Ernesto Wess. Il noto giornalista Gianni Gobbs di Canale Clerville costruisce un caso mediatico sulla triste vicenda descrivendo come vergognose le condanne dei criminali come avviene nella vita reale con i diversi giornalisti di regime italiani che trasformano i casi di cronaca nera in vicende di clamore nazionale per distrarre la gente da altre vicende. 

Chi ha preso il rubino? Marco e Luca accusano i fratelli Pointer, i quali rigettano le accuse su di loro. Diabolik riesce a rintracciare il covo di Carlo Sonz, ma si rende conto che il criminale non sa nulla e che forse ad avere il gioiello è Dario Pointer, tuttora nel programma protezione testimoni gestito dall'agente speciale Mill. Passano cinque anni, Aldo esce di prigione per un permesso premio per buona condotta, ma non fa più ritorno al carcere. Il giornalista Gianni Gobbs si rimette in moto per accendere ancora clamore sulla vicenda e va ad intervistare Silvia Brandt, la vedova di Davide ucciso dai Pointer, ma lei è sparita.

Pochi giorni dopo Aldo Pointer viene ritrovato cadavere. Un collega di Gobbs si ricorda che qualche giorno prima la morte del rapinatore era stata annunciata da un biglietto anonimo di un killer. I sospetti cadono subito sulla Brandt, perché non si trova e intanto, sempre di venerdì viene eliminato un altro dei membri della banda, cioè Marco Tartan. Il titolo di questa storia, Un giorno per morire, si riferisce a questo fatto. Mentre Gobbs continua a soffiare sul fuoco, un terzo biglietto arriva al suo giornale per annunciare che a morire sarà Carlo Sonz, tuttora latitante. Intanto, Dario Pointer ha paura.

Benché sotto protezione testimoni e celato con una identità fittizia altrove, teme per la sua vita e chiede a Mills maggiore sostegno. Mills a sua volta preoccupato chiede aiuto a Ginko, che fa sorvegliare da una volante il luogo dove il criminale è nascosto. Intanto, mentre tutti sono convinti che il misterioso killer dei rapinatori sia Silvia Brandt, anche Diabolik segue la vicenda. Vuole il Cuore del Rubino e a questo punto è chiaro che solo Dario Pointer sa dove si trovi. Deve arrivare a lui prima che il killer lo preceda. La storia così detta sembra coerente e logica, ma ricostruire tutto in un certo ordine è stato faticoso.

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