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Alan Ford n. 631: la recensione

Luciano Secchi continua ad insistere con la trama che vede collegati Alan e Minuette con le loro controparti oscure, Nala Dorf e Bonnie, seguendo la consueta struttura che vede la storia divisa in due parti, ciascuna con una sua serie di eventi. Nella prima non si sa perché ma Alan e Minuette sono attori impegnati a girare un film western con un regista bizzarro e con pochi scrupoli. A un certo punto, uno degli attori che stava dimostrando come morire in scena, crepa davvero.

Arriva la polizia che trattiene Alan e Minuette per un interrogatorio. Minuette spiega che si è trovata in mano la pistola caricata con un proiettile vero mentre una vecchia incaricata delle armi non riesce a spiegare come è stato possibile che la pistola non fosse caricata con proiettili a salve. La mattina dopo, Alan e Minuette tornano sul set ma trovano tutti morti, attori e regista compresi. Vengono di nuovo interrogati dalla polizia ma senza poter fornire degli elementi utili. 

Durante il tragitto di ritorno a casa avviene lo scambio e la scena è occupata da Nala e Bonnie catturati da Burlesque, che vuole da loro una statuetta che riproduce la falena di un certo capitano Drake. Bonnie non sa si cosa si tratti e attua il piano per liberare il suo Nala. Indossata una parrucca bionda riesce a trovare il luogo in cui il suo amato era tenuto prigioniero e lo libera, obbligandolo con la forza a seguirla in chiesa per sposarsi. Nala tuttavia non ci pensa nemmeno.

Bonnie è più risoluta che mai e lo minaccia con una pistola. La storia si chiude così e a dire il vero non ho capito cosa voleva dire Bunker. Nell'editoriale allude ad una proposta per fare un film su di Riccardo Finzi, personaggio di una sua serie di libri, ma gli vengono richieste somme di denaro. Viene poi annunciato che la ristampa di Superciuk si ferma al n. 3 (vendite troppo basse). Segnalo che Minuette appare nuda a pagina 30 e 33 mettendo in mostra il suo splendido seno.

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