Dopo molte delusioni cocenti, arriva una storia di Alan Ford con una parvenza di trama, peraltro parecchio stiracchiata, ma sempre meglio delle non storie ospitate nei numeri precedenti. Non solo, c'è anche un inizio e una conclusione con un senso logico. A queste latitudini è una rarità. Dario Perucca ancora ai disegni e la qualità è alta come al solito, anche se non ho mai capito la fissa di Bunker per cui un artista deve imitare Magnus. Come se oggi tutti i disegnatori di Spider-Man dovessero imitare lo stile di Steve Ditko o John Romita Sr.
Come altre figure femminili della serie, anche Calamity è una lesbica. Lo dice lei stessa, gli piacciono le donne. Poteva dire che gli piaceva leccare le fragoline e il senso sarebbe stato più chiaro. Ad Alan non fa né freddo né caldo. Che ci fanno tutte queste lesbiche nelle storie di Alan Ford? Bunker si è messo a fare la propaganda lgbt? Le lesbiche nelle sue storie ci sono sempre state, ma, nell'ultimo periodo, con la percentuale aumentata. Il modo di lavorare di Calamity, che somiglia molto ad Alan (è bionda proprio come lui), è spiccio ed immediato.
I due partono con un aereo diretto a Parigi. Ad Alan non è stato detto nulla e lui stesso non sa che cosa deve fare o dire. Durante il volo Alan ha subito occasione di vedere Calamity all'opera. La ragazza si alza, va verso il bagno e uccide con gas velenoso un tizio. Giunti a Parigi, vanno a pranzo in un ristorante. Non appena si siedono, Calamity tira fuori una rivoltella dotata di silenziatore e spara ad un commensale vicino. Poi si dirigono di nuovo verso l'aeroporto e Calamity uccide un altro con pungendolo con un ago avvelenato in stile Eva Kant.
Vanno in un albergo dove ad attenderli c'è un'altra donna che informa Alan che a Calamity piacciono anche gli uomini e quindi sarebbe una bisex. Calamity la uccide con il trucco della sigaretta che lancia fumo. Nel caos, la centra al primo colpo e poi da fuoco alla stanza. Calamity e Alan scappano all'aeroporto e arrivano negli Emirati Arabi Uniti in cui fa fuori un altro uomo. Qui fa conoscere ad Alan la sua amante, Marianne, anche lei lesbica. Perucca la raffigura con il seno nudo e uno slip trasparente da cui traspare il cespuglio dei peli pubici.
Marianne dice che farà una doccia e poi sarà tutta per lei. Intanto Calamity e Alan pranzano al ristorante dell'hotel dove lei uccide con un colpo di arma da fuoco un altro individuo. La missione è finita. C'è un aereo prenotato per Alan che può tornare dalla moglie e sull'aereo chiede a Calamity della strage che ha fatto. Lei risponde laconica che uno solo di cinque morti era la spia, ma non sapendo quali ha ucciso tutti, tanto, spiega ancora lei ad Alan, erano delle mele marce. Alan resta perplesso dalla praticità di questa agente omicida dell'FBI.
Alan si pone una domanda: questa Calamity è una lesbica e ha modi spicci, per cui per sua moglie potrebbe essere un problema qualora si trovassero in missione in coppia. Non è chiaro perché Alan si ponga la questione. La prima cosa a cui ho pensato è che anche lui è convinto che la moglie sia bisex e potrebbe cedere a Calamity. L'editoriale Max Dixit è pieno di sorprese. Bunker chiede se qualcuno può prestargli Tribuna Illustrata n. 40 del 2 ottobre 1966 che conteneva un articolo critico sul fumetto nero (e sul suo Kriminal) firmato da Dino Buzzati.
Poi va giù duro con chi all'epoca criticava i fumetti neri e quindi anche il suo Kriminal. Nell'elenco c'è Mina, la cantante che molti ritengono avere avuto un pessimo carattere. Altri sono morti, spiega Bunker ed altri sono ancora qui. E la questione della carta che manca? Va male, anzi maluccio. Significa che non l'ha trovata e che finita quella attuale il prezzo di Alan Ford salirà a 7,00 euro, come da lui affermato nel n. 641. E quando finirà questa scorta? Tutto lascia presumere che per il n. 650. Dopo saranno cavoletti acidi. Spendereste davvero 7,00 euro?
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