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Recchioni lascia Dylan Dog: ecco cosa c'è dietro

Pochi giorni fa, Roberto Recchioni ha annunciato che a breve lascerà la cura editoriale della collana mensile di Dylan Dog. Ne ho parlato in questo articolo. Oggi lasciamo la cronaca dei fatti esterni e iniziamo a parlare dei retroscena, di quegli aspetti pure noti tra gli addetti, che nessun sito ha il coraggio di trattare. Lo faremo in questo momento. Mettetevi comodi. Cominciamo con una premessa prevedibile.

Era chiaro che Recchioni avrebbe anticipato la decisione di lasciare Dylan prima che la Bonelli avrebbe fatto qualsiasi tipo di annuncio. E' tipico del personaggio. Deve controllare e condurre lui il gioco ed alle sue regole. Lo ha fatto con il suo post su Instagram, in cui ha parlato della nave che è in arrivo in porto! E' stato fortunato a non affondare fino ad oggi (perdonate la battuta). Lo ha fatto per un motivo chiaro.

Quando lo scorso autunno è stata annunciata la fine del suo rilancio di Dylan Dog (leggete qui) era chiaro che la direzione della Bonelli aveva anche deciso di liberarsi di lui come curatore ma per dei motivi ovvi non lo hanno detto subito. Alla Bonelli non amano ammettere i fallimenti e dire una cosa tipo abbiamo sbagliato a puntare su di lui, sarebbe stato troppo e così hanno tirato in mezzo pure Sclavi. 

Hanno cercato di far credere al pubblico che la decisione di togliere di mezzo Recchioni e il rilancio fosse partita dal suo creatore. Qui ho spiegato perché le cose non possono essere andate in questo modo. In parole povere, la forte crisi attuale non permette più di tenere in piedi quel baraccone. Quindi, via lui per cercare di convincere chi ha mollato a riprendere l'acquisto di Dylan. L'avessero fatto 5 anni fa!

Andiamo avanti. Quindi, a fine settembre 2022 R. Recchioni ha capito che la Bonelli non lo avrebbe più confermato. Tenete, però, presente che in Bonelli le programmazioni vengono effettuate almeno 1-2 anni prima, quindi questo sviluppo come minimo sarà stato deciso tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021, quando tolsero a Recchioni la cura del Maxi Old Boy affidandolo a Busatta. Il suo destino si compì lì.

O almeno è molto probabile che le cose sono andate in questo modo e da allora sono state messe in cantiere le nuove storie con la nuova impronta finalizzata a riportare Dylan Dog al pre-rilancio. Io tuttavia chiederei a questi signori: se Dylan era in crisi prima di Recchioni, in che modo sperate oggi di cambiare le cose tornando alla dimensione deficitaria di allora? L'uscita di Recchioni non ha destato clamore.

E tutto ciò è già indice di un altro fatto: Dylan Dog non fa più notizia e nemmeno l'uscita di scena di Recchioni attira attenzione. Una rottura traumatica avrebbe nociuto sia a Recchioni che alla Bonelli ed ecco quindi che sarà stata stabilita la strategia dell'uscita di scena soft con annesse garanzie per tutte e due le parti. L'incarico come curatore ha garantito a Recchioni una certa prosperità economica personale.

Uscire e ritrovarsi così com'era prima del 2013 in precariato lo avrà indotto ad accordarsi con Bonelli in modo da non uscire di scena del tutto. Lui stesso ha infatti precisato che continuerà a scrivere Dylan Dog ma come ha potuto sostenere una cosa del genere se l'identità del nuovo curatore non è stata ancora resa nota? E' possibile quindi che si sia accordato affinché come autore continui a scrivere Dylan.

Con storie già approvate potrebbe contare su delle entrate certe che potrebbero sopperire quelle di curatore su cui non potrà più contare. L'editore quando farà l'annuncio celebrerà Recchioni e lo ringrazierà per le grandi cose fatte per Dylan! Aspettatevi grandi show a Lucca! I suoi fan che gestiscono gruppi social dove è vietato criticare ciò che ha fatto su Dylan Dog resteranno senza punto di riferimento. 

Ed il nuovo curatore chi sarà? Ma è così importante saperlo? Perché esiste anche un altro modo di leggere i fatti narrati. E se il cambio di curatore fosse apparente? Recchioni esce di scena come curatore ma continuerà a scrivere Dylan Dog e da dietro le quinte continuerà a dirigere la giostra sebbene la cura editoriale sarà attribuita ad altri. Il perché di tutto questo è chiaro: riprendere vecchi lettori di Dylan.

Ciò perché senza qualcuno in grado di provocare i fan in un momento come l'attuale in cui Dylan è in declino totale, si rischia di chiudere. La Bonelli non può permettersi un tale sviluppo. Il Dylan mensile vende ancora circa 50.000 copie. Sono ancora tante. La verità è che dopo circa nove anni di continue (e spesso futili) polemiche, anche se oggi il fuoco è spento, non si può tornare alla vecchia indifferenza.