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Faber91 ammette su Youtube: "la Bonelli è finita"

Il motivo per cui lo youtuber Faber91 continui a comprare albi della Bonelli dopo averne strappati un certo numero nei suoi video, resta ignoto. Che senso ha spendere 4,90 euro per un fumetto per poi distruggerlo davanti a tutti su youtube? Nei commenti a chi ha posto il quesito, la sua risposta è stata che siccome c'è ancora qualcosa che lo interessa, lui continua a comprare. Chi segue questo sito sa che da più di un anno ho smesso tutti gli acquisti di serie Bonelli e venduto tutti i loro albi prima che si svalutassero troppo (vendere un volume Bonelli a più di 50 centesimi è una impresa, oggi soprattutto).

Perciò, almeno per quello che mi riguarda, se non è più gradita una serie, per un motivo o per l'altro, si smette di comprarla. Ma Faber91 ritiene che c'è ancora qualcosa che lo interessa, poi pochi giorni fa ha diffuso un altro video in cui ammette che, per lui, la Bonelli è finita, troppi albi e serie in declino e in piena crisi di qualità di contenuti. La Bonelli di un tempo, dice Faber91, non c'è più e quindi si può dire che è finita. Poi fa l'elenco delle serie che per lui sono messe male, tra cui Dampyr, Martin Mystère, Nathan Never e Dylan Dog, mentre salva (chissà per quale motivo), la collana di Julia di Giancarlo Berardi. 

Quindi, al massimo Faber91 potrebbe per coerenza seguire le sole serie che ritiene degne dal suo punto di vista, ma di fatto continua a prendere anche le altre i cui albi strappa spesso nei video su youtube. Premesso che Faber91 può fare ciò che vuole e se del caso anche distruggere ciò che compra (i soldi all'editore li ha già dati), è quanto meno criticabile il suo comportamento sul piano della coerenza. Tra i suoi gradimenti aggiunge Mark Waid, che non è un autore Bonelli, ma si occupa di comics Usa. Qui ho pareri diversi da Faber91. Per quanto mi riguarda, Waid è uno scrittore mediocre che non ha mai brillato.

Tornando alla questione della Bonelli, Faber91 dice che oggi è finita, ma in realtà l'editore milanese è da molti anni che non riesce più ad intercettare un pubblico importante, come testimonia il calo delle vendite. Troppe storie conformiste, fedeli alla narrazione dominante, in linea con il pensiero radical chic e in contesti che provocano noia, con un metodo di scrittura che i giovani d'oggi faticano a capire. Non c'è nulla da salvare in un editore che si affida ormai ad autori molto anziani, tutti omologati in uno standard da nicchia più che di grande pubblico. Faber91 continua a comprare Bonelli, ma che senso ha?

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