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Dopo gli insulti ricevuti ho smesso di leggere Tex

Come perdere lettori lasciando liberi i propri autori di insultarli sulla rete, ovvero quello che succede quando si permette ai fumettisti di tenere certe condotte sulla rete. Il fattaccio è successo pochi giorni fa quando, dopo avere condiviso in una community di fan di Tex un mio articolo commentato di una intervista di Sergio Bonelli del 1998 (in cui molte delle criticitià di oggi furono anticipate dal mitico autore), Il curatore di Tex, senza alcuna ragione chiara, è intervenuto dandomi del peracottaro cogli&&e. Leggete qui. Poi sono stato espulso.

Lì per lì ho pensato che in Bonelli le cose devono andare così male che ogni critica, anche innocua come la mia, viene vista come minaccia tirando fuori il peggio dalle persone. Mi sono anche chiesto se Boselli avrebbe avuto il coraggio di dirmi queste cose in faccia, lontano dalla sicurezza della sua tastiera. La risposta che mi sono dato è stata no. Se insulti qualcuno che hai di fronte, devi aspettarti qualunque tipo di reazione, ma io sono un tipo pacifico. Se uno mi insulta, lo ignoro e me ne vado. Il minimo che si possa fare in simili frangenti, non credete?

Si tratta di comportamenti spiacevoli ma per adesso torniamo ai fatti. Ho postato con la pagina Fumetti-70 il pezzo sotto la pagina ufficiale di Tex, aspettandomi scuse ma per tutta risposta, il mio commento è stato cancellato e la pagina bannata. Ne ho dedotto che la Bonelli, agendo in tal modo censurandomi, in modo implicito incentiva i suoi autori ad agire nello stesso modo di Boselli, insultando i lettori. Non è che me ne freghi, a dire il vero. Nè mi farò intimidire. Continuerò ad esercitare il mio diritto di critica in modo libero. Anzi, più di prima.

Una volta lessi che la Bonelli non interviene nel modo in cui i suoi autori agiscono fuori dai canali ufficiali della casa editrice. Ma ciò vale anche quando l'autore interviene parlando dei prodotti dell'editore come in questo caso? Se si, allora devono aspettarsi una reazione come la mia accettandola. Di cosa parlo? Semplice. Dal mese scorso ho smesso di acquistare Tex Willer. Contenti? Loro si, il cassiere della Bonelli, no. Una copia in meno è niente, ma se il fatto poi si ripete e diventa una reazione a catena? In quel caso, credo proprio di no.

La Bonelli non è nuova a simili comportamenti per il tramite dei suoi autori. Nel 1993 permisero a Sclavi di scrivere un editoriale in un albo di Dylan Dog dove mandava a quel Paese i fan. Nun ce rompete scrisse. Boselli deve aver pensato che se Sclavi può fare quello su un albo della Bonelli perché lui non può fare lo stesso in una community di fanatici texiani? Intanto, mentre gli autori Bonelli fanno perdere fan nel modo descritto, l'editore, nella persona di Davide Bonelli, nel maggio dello scorso anno ha chiesto aiuto ai fan, data la situazione.

Da parte mia, nessun problema ad aiutare la Bonelli ma fino a quando il nome di Boselli sarà legato in qualche modo a Tex, mi spiace ma gli albi resteranno ad ammuffire nella polvere mentre a chi mi chiederà un parere ne sconsiglierò vivamente l'acquisto. Intanto, per un tal Tex che scompare dalla mia lista di acquisti mensile, entra uno Zagor, più in dettaglio Zagor Classic, ristampa cronologica a colori dello Spirito con la Scure di cui mi sono già procurato i primi 15 numeri pagandoli nell'usato 0,80 euro a copia. Un affarone, non credete cari utenti?

Ho comprato il n. 46, di cui a breve leggerete una recensione. Perché Zagor? Già leggo Le Storie Cult e Nathan Never e per Zagor ho scelto la collana classic data l'alta qualità delle storie a differenza di quelle odierne sotto la gestione di Moreno Burattini, molto criticata dai fan. Burattini è il tipico curatore di sinistra, ma a differenza di altri suoi colleghi è una persona educata e disponibile. Una condotta simile a quella di Boselli da parte sua sarebbe impensabile. Un vero signore, si potrebbe dire. Come da titolo, quindi, fuori Boselli e dentro Burattini.

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