domenica 26 marzo 2023

Bonelli conferma gli aumenti: ecco che cosa fare

Alla fine in casa Bonelli hanno ammesso o sarebbe meglio dire, hanno confessato che da aprile le loro serie, per l'ennesima volta, subiranno un aumento di prezzo. Ne ho già parlato qui pochi giorni fa, poiché la notizia era trapelata grazie ai punti di vendita in rete che indicavano già il prezzo maggiorato per le uscite del mese successivo: 0,50 euro sugli albi regolari che da 4,40 euro passeranno a 4,90 euro mentre gli albi di foliazione maggiore saliranno di 1,00 euro. Una bella mazzata.

Alla quale, però, ho già adottato una contromisura che vuole essere un messaggio: ho tagliato dagli acquisti la testata di Nathan Never, la più debole dei miei acquisti e quindi pronta per essere sacrificata alla bisogna, come poi è avvenuto. Con questa mossa ho risparmiato ogni mese 4,90 euro che possono reinvestire soprattutto nell'usato, che per fortuna vede i prezzi scendere alla luce delle esigenze di chi deve monetizzare in tempi brevi. L'usato è oggi l'alternativa migliore. 

Perché alla Bonelli sanno bene che nell'usato i loro fumetti valgono 0,50 euro al pezzo. Con cinque euro risparmiati mi compro ben dieci dei loro albi! Quindi, oggi le uniche due collane Bonelli che compro in edicola restano le due ristampe, Le Storie Cult e Zagor Classic con la prima che, temo, potrebbe chiudere a breve mentre la seconda andrà avanti avendo lo Spirito con la Scure uno zoccolo coriaceo di fan. Ciò che non mi è piaciuto sono le parole di Davide Bonelli nell'avviso.

Dice che avrebbe dovuto aumentare i prezzi lo scorso anno quando invece chiese (era maggio del 2022) ai fan di comprare i fumetti nella stessa edicola. Richiesta assurda dato che tutti comprano nella stessa edicola. Nello stesso pezzo chiamò amici i lettori e chiese di stringere questo patto. Ok, ma il rispetto deve essere reciproco. Davide Bonelli sa cosa fanno e come si rapportano in rete i suoi autori e artisti? Mi pare di aver letto che non li frenano in rete dando campo libero.

Ne ho parlato qui. E ciò che ha combinato Recchioni in tutti questi anni, litigando spesso e di brutto con i lettori. Insomma, alla fine tanta arroganza fine a se stessa dato che a rimetterci è sempre l'editore. Se un lettore viene offeso da un autore, come minimo la prima cosa che fa è smettere di comprare la serie di quel tipo. E infatti, io da due mesi ho smesso di comprare Tex Willer. Ed esposi il fatto sulla pagina della Bonelli ma loro per tutta risposta mi hanno bannato: capito?

Non si tratta nemmeno di fatti odierni, dato che nel 1993 in un pezzo della serie Dylan Dog il curatore Sclavi alle critiche di una parte dei fan scrisse: nun ce rompete! No problem, non solo non ti rompo ma smetto subito di acquistare ciò che scrivi! Così mi disse un amico che da allora non comprò più Dylan Dog (una serie che non seguo perché l'horror satanico con delle venature metapolitiche da frustrati non mi interessano). C'è poi chi resiste nonostante le offese ricevute.

Che però non appena si profila la necessità di dover tagliare come in questo caso, taglia senza pietà e devo dire in proposito che perfino Bepi Vigna per motivi che non ho capito, mi ha bloccato sulla pagina. No problem, si taglia Nathan Never (come detto sopra). Ora torniamo all'argomento, perché nel comunicato sono state affermate cose che meritano un chiaro approfondimento. Secondo Davide Bonelli i costi di produzione (carta ed energia) sono raddoppiati negli ultimi mesi.

Ok, ma che c'entrano i lettori? Perché dobbiamo pagare sempre noi? Le alternative quali sono? Presto detto. Fare scelte editoriali diverse, cambiare i formati, uscire ogni due mesi, usare carta più scarsa. No, l'editore aumenta e basta. Ok, io allora vi taglio dato che nessuno mi obbliga a comprarvi. E come me faranno altri. L'editore venderà meno ma forse incasserà di più perché la quota di chi taglia una serie viene assorbita da chi continua a comprare potendoselo permettere. 

Sempre che naturalmente il numero di coloro continuano a comprare riesca a tappare le falle di chi ha lasciato. Se il rapporto tra chi smette e chi continua dovesse squilibrarsi oltre misura, l'editore andrebbe ko in tempi rapidi e sarà costretto a chiudere le collane. Sarà così anche per Bonelli? Un'alta cosa da dire: Bonelli è stato uno dei tanti editori schierati a favore del regime sanitario nel corso della fanta pandemia. Oggi sappiamo che non è andata tutto bene per il settore.

E ciò era inevitabile data la linea politica sposata dalla casa editrice tutta a favore dell'establishment e della narrazione dominante. Con le storie intrise di contenuti anti-popolari era più che naturale che tanti mollassero serie e personaggi divenuti irriconoscibili. Accade in Usa come in Italia. I fumetti non vendono più come prima perché gli editori vogliono indottrinare spacciando controverse teorie per delle conquiste civili (quando spesso costituiscono delle aberrazioni). 

Se i costi di produzione sono raddoppiati la colpa è degli speculatori della finanza, coloro che guidano il sedicente Mondo Occidentale. Il lettore, per fortuna, non è obbligato a comprare. Ci si domanda ora: vi saranno altri aumenti in futuro? Certo che si, perché la crisi non si combatte aumentando il prezzo. Che cosa farei io? Come detto sopra, userei una carta più scarsa, ridurrei le pagine e inizierei a insistere su contenuti più in linea con le idee socio-politiche di lettori. 

Non sono l'unico a lamentarsi di questi aumenti: ne ha parlato anche lo youtuber Lucadeejay in questo video eclatante, che ha detto la sua criticando parecchio la Bonelli. Gli aumenti non piacciono specie a chi come questo youtuber come molti editori mainstream ha sposato la logica della narrazione dominante e ora ne subisce le conseguenze in termini di aumenti di fumetti che asserisce di comprare da sempre e beh... farebbe bene a tagliare gli acquisti o andare nell'usato.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.