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Alla fine i temuti aumenti di prezzo dei fumetti Bonelli sono arrivati e come c'era da aspettarsi senza annunci da parte della casa editrice, nemmeno di scuse pietose come avveniva a volte in passato. Niente. Io ne avevo parlato mesi fa qui e più di recente qui. Avevo predetto l'entità dell'aumento dicendo che le serie regolari sarebbero passate da 4,40 euro a 4,90 euro. Il messaggio subliminale che ne esce fuori è il seguente: se vi va comprate, se non vi va smettere di comprare. Ed io come altri sarò costretto a tagliare le serie sacrificabili e inutili. 

Parlare dei motivi degli aumenti è inutile. La Bonelli aumenta i prezzi ogni due anni, come fanno tutti gli editori del settore. Tra la fine del 2022 e l'inizio 2023, hanno già aumentato i prezzi quelli di Aurea, la Star Comics e la Panini. Perfino Diabolik è aumentato. Ogni volta si inventano una scusa. Due anni fa c'era la pandemia virtuale (tanti ci hanno creduto e si sono fatti bucare con sieri genici sperimentali) poi è toccato alla guerra ucraina (provocata dall'espansionismo Nato). Il motivo dell'aumento alla fine è solo un elemento marginale. 

Serve per scaricare la colpa su qualcuno o qualcosa. Oggi diranno che è colpa di Putin, secondo la narrazione nazi-occidentale, ma in realtà sono gli speculatori nei mercati che hanno fatto lievitare il costo della energia e della carta, rendendo non più sostenibile l'equilibrio che il vecchio aumento aveva consolidato. Il problema non è solo l'aumento di mezzo euro o di un euro su un fumetto che si compra una volta al mese. Gli aumenti dei fumetti sono in bella compagnia con quelli degli altri prodotti, dal cibo, ai vestiti, ai mutui e alle forniture energetiche.

Tagliare gli acquisti dei fumetti, che sono il bene meno indispensabile è cosa naturale in questi casi. Anche se c'è chi, come Recchioni, ma io credo per non criticare il suo editore, lo nega su Comicus. A creare gli aumenti non ci sono solo fattori esterni. La crescita è la conseguenza del calo costante delle vendite che in casa Bonelli conoscono bene. Il ritornello è quello solito: le vendite calano e loro, per cercare di non perdere troppo, aumentano il prezzo delle serie. Sotto c'è una logica crudele. Il calo delle vendite è compensato dal prezzo aumentato. 

Il gioco funziona, tuttavia, fino a quando la base del parco lettori, per intenderci quella che acquista sempre di tutto, anche a costo di farsi prestare i soldi, non viene erosa a sua volta. Quando questo succede, l'editore è costretto a chiudere le serie, a cominciare da quelle più deboli o come fanno oggi in Bonelli trasformando le serie regolari in miniserie a stagioni. Uno stratagemma che permette di andare avanti ancora per un poco prima di chiudere anche quelle, come è successo per Morgan Lost. O riducono le tavole come per Martin Mystère. 

Un altro aspetto non marginale di questo triste fenomeno è che più si susseguono gli aumenti più assumono dimensioni selvagge. Quando c'era la lira si aumentava di 100-200 lire. Nel 1992 la Star Comics aumentò gli albi della Marvel di 72 pagine da 2.500 lire a 2.700 lire. Quando i diritti Marvel passarono alla Panini Comics, due anni dopo un albo di 72 pagine costava già 3.000 lire. Oggi l'aumento è di 0,50 euro o di 1,00 euro o più. Alla Bonelli hanno seguito questa strada. La notizia si è sparsa in rete dopo che un sito ha pubblicato gli aumenti.

Perfino uno youtuber poco incline a contestare la narrativa di regime come Lucadeejay ne è rimasto rammaricato. Vediamo più in dettaglio questi aumenti. Le serie regolari saliranno di 0,50 euro passando da aprile da 4,40 euro a 4,90 euro. Il Maxi Dylan Dog (oggi detto "Maxi Old Boy") curato (solo) da Busatta passerà da 6,90 euro a 7,90 euro. I fumetti a colori subiranno un aumento più grosso. Infatti, Dragonero: Le Mitiche Avventure, albo a colori, passerà da 4,40 euro a 5,40 euro. Il Dylan Dog Color Fest passerà da 5,90 euro a 6,40 o 6,90 euro.

Cosa strana, la ristampa a colori di Zagor, che io seguo regolarmente, viene prezzata ancora a 3,90 euro. Forse perché è solo una ristampa e l'editore non vuole innervosire i suoi lettori? Tra le serie bonelliane, quella di Zagor sono le più stabili come cali nelle vendite. Anche Tex Willer per ora resta a 3,50 euro (forse perché con 64 pagine e le sue vendite pari a circa 30.000 copie il prezzo attuale è ancora in grado di reggere il precario equilibrio). Delle serie che compro ogni mese per ora soltanto Nathan Never passerà a 4,90 euro. Come mi regolerò?

Come faccio di solito: taglierò alcune collane di recente aumentate e le passerò al recupero nell'usato. Nathan Never così rischia di finire in questo elenco, mentre per Le Storie Cult il discorso è diverso: se il prezzo si conferma, manterrò la serie, altrimenti poiché si tratta solo di ristampe, anch'essa la collocherò nel recuperò dell'usato, mentre la serie Zagor Classic la confermerò anche se aumenterà di prezzo. Tale è l'elenco di serie a fumetti che per me sono indispensabili: Diabolik, Dago (serie Nuovifumetti), L'Uomo Ragno, Marvel Integrale: X-Men.

Tutto il resto è in discussione: o si taglia subito o si passa al recupero nell'usato (dove, ad esempio, una serie Bonelli vale tra lo 0,50 euro e 1,50 euro, un comic book circa 2,00 euro così come i manga). Il futuro della casa editrice? Perché ho scritto crac vicino? Ragioniamo ora su questo: oggi la Bonelli chiede cinque euro per un prodotto, che anche come qualità, non vale quella somma. Fino a quando si potrà andare avanti così? Come se vivessero su Marte, alla Bonelli hanno, invece, concepito l'ennesima commercialata delle cover mini. Leggete qui.

Posted by at marzo 08, 2023
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