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Il flop di Bonelli Entertainment: altri soldi buttati?

Lo scorso ottobre ha debuttato Bonelli Entertainment, descritto sul sito della casa editrice come braccio produttivo che dovrebbe, nelle intenzioni, portare Tex, Dylan Dog e soci verso mercati nuovi, come il cinema e la tv. I toni sono del loro pezzo sono di pura propaganda ed il contesto nel quale sono stati usati fuori dalla realtà. E' probabile che in Bonelli abbiano in mente di ripetere quanto fatto dalla Disney che nel 2009 comprò la Marvel per fare film sui suoi personaggi. 

La solita americanata che viene messa in atto da quando la direzione della casa editrice è passata in mano a Simone Airoldi, ex direttore della Panini Comics. Hanno prima iniziato con albi a colori, miniserie, prodotti da libreria e quant'altro conosciuto a chi segue i comics Usa e senza averne azzeccata una e oggi tentano con film e cartoni. Quel che Airoldi non ha capito è che mentre Spider-Man, X-Men, Iron Man, ecc. sono noti in tutto il mondo, i character Bonelli assolutamente no.

Ma non è nemmeno questo il vero problema, perché eventuali film e cartoni su personaggi Bonelli avrebbero come target la Penisola e qui sorge il dilemma: Tex, Dylan Dog, ecc. non sono seguiti dai giovani e neppure tanto dai meno giovani. I fruitori dei personaggi Bonelli sono per il 70-80% lettori che hanno superato da molto la sessantina con la conseguenza che verso di loro le strategie all'americana avrebbero zero effetto, come infatti sta fantozzianamente avvenendo.

Mettiamoci pure che in America lo sfruttamento sul grande e piccolo schermo dei supereroi è andato male a causa di contenuti woke, lgbt, inclusivi, ecc. con cui hanno costretto i fan a fuggire a gambe levate al punto che sia la DC che la Disney/Marvel hanno dovuto annunciare dei tagli ai loro bilanci e migliaia di licenziamenti. La Bonelli, al solito, arriva sempre in ritardo in un mercato ed in questo caso quando esso (quello dei film) è già un colossale fallimento a livello planetario.

E mettiamoci anche che la Bonelli non ha le risorse per fare film di un certo spessore e infatti l'unica produzione che hanno mostrato, il film di Dampyr, è stato un flop clamoroso. Ne ho parlato qui e qui. Il film è sparito dalle sale dopo pochi giorni e in pratica tutti i siti di settore lo hanno devastato senza pietà. Un cast sconosciuto, regia sconosciuta, promozione pari a zero, ecc., segnali chiari e precisi che alla Bonelli si sono immersi in un mercato senza conoscerne le basi minimali. 

Qualche giorno fa, come avviene per molti flop sul grande schermo, la pellicola è stata candidata ai David di Donatello, premio che il regime del pensiero unico approvato, a cui in Bonelli hanno aderito sfrutta per l'autocelebrazione. Anche il cartoon di Dragonero è stato un flop e pochi giorni dopo l'annuncio è caduto nell'oblio. Incomprensibile è poi la scelta di puntare su Dampyr per farci una pellicola, sia perché il genere horror è passato di moda, sia perché Dampyr è sconosciuto.

Possibile che Airoldi e soci non abbiano considerato questi due non trascurabili aspetti? Ad oggi Dampyr vende poco più di 10.000 copie (dato ufficioso) ma forse affrontare questo discorso è difficile vista la sequela di iniziative (finora andate male) sviluppate. Perché invece non puntare su personaggi più noti come Tex Willer o Dylan Dog? Dal fatto che gli unici due film realizzati sull'indagatore dell'incubo (nel 1994 e nel 2006) sono stati dei flop clamorosi? E' stato per questo?

E il flop del film intitolato Monolith, andato male anche come volume a fumetti? Fu una delle ultime velleità di Recchioni come creatore di prodotti crossmediali. A questo punto, non è meglio concentrarsi solo sui fumetti che ad oggi rappresentano il 95% delle entrate della casa editrice? Le vendite continuano a scendere e aumentare i prezzi ancora potrebbe non bastare più. Se l'idea era di fare con i film i soldi che non si fanno più con i fumetti, la strada scelta è stata sbagliata.